Dao De Jing

Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi

domenica 14 novembre 2010

L'immanenza del Dao

I taoisti erano convinti che esistesse una realtà ultima, soggiacente alla molteplicità delle cose e degli eventi che osserviamo: essi chiamarono questa realtà Dao, che significa Via. Il Dao è la via, il procedere dell’universo, l’ordine della natura. Nel suo originario significato cosmico, il Dao è la realtà ultima, indefinibile, un processo dinamico in cui tutte le cose sono immerse, che produce il flusso ininterrotto dei mutamenti delle cose. I confuciani ne diedero una interpretazione differente: essi parlarono del Dao dell’uomo o del Dao della società umana, intendendo con esso la giusta via in senso morale.

Il concetto di entità suprema nel taoismo non si identifica con un'entità senziente, un dio giudice, padre, padrone, che osserva il mondo dall'alto e gestisce le sorti degli uomini. Al contrario l'entità suprema taoista è energia pura, che pervade l'intero universo. Il Dio del taoismo è il Dao, la natura stessa di cui l'uomo fa parte, il ciclo perpetuo che provoca il mutare e il divenire di tutte le cose. Diventa chiaro allora che Dio non è, come in occidente, l'Essere primo, assoluto e trascendente che sta al di sopra e prima di tutti gli esseri concreti, ma un principio o energia immanente che è dentro il cosmo, la natura e la società, e la guida a perfezionamento. Non è un essere personale, ma coincide con l'azione della natura, impersonale e imparziale. Tutto è divenire, cambiamento, secondo un principio ordinatore spontaneo, il Dao, uno, indicibile, immutabile, eterno, impersonale, divino. Con la solita irriverenza, così Zhuang Zi si esprime a proposito:

Il Maestro Dong Guo domandò al Maestro Zhuang: «Dov’è ciò che chiamate il Dao
«Ovunque» disse Zhuang Zi.«Bisogna localizzarlo» riprese Dong Guo .
«In questa formica» disse il maestro Zhuang. «E più in basso?»
«In questo filo d’erba». « E più in basso ancora?»
«In questo letame» disse il Maestro Zhuang.
Il Maestro Dong Guo non aggiunse altro.
(Zhuang Zi, XXII)

3 commenti:

  1. Il Dao non è l'entità suprema in quanto essa è soltanto la manifestazione indescrivibile di una via, un cammino, un tragitto (?), che alcuni chiamano processo ma, come dice Lao Tzu,nel momento in cui se ne parla esso non è più tale...
    La via del Dao è indefinibile, imperturbabile, infinitibile, indescrivibile, incontrollabile, ineccepibile, incomprensibile..
    Per i Daoisti l'entità suprema è il cielo, di cui se ne parla in tanti modi, su cui si dice che sovrasta il mondo, ma di cui tant'altro non se ne dice....
    E nel Daoismo la via è il vuoto, l'oggettività, ma la realtà è oltre...
    E poi mai leggere il Daoismo senza contestualizzarlo...
    La nostra è una lingua, una logica e una forma mentis testuale, che segue il filo del discorso, mentre il cinese è una lingua contestuale..

    Vincenzo Di Maio
    (siamo amici su Facebook!)
    :)

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  2. Questa è la mia pagina personale.. http://www.facebook.com/pages/Xianyang-China/Vincenzo-Di-Maio/158466421200

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  3. "Come è ambigua la grande Via! Essa può andare a sinistra o a destra." Dao De Jing XXXIV
    Sono d'accordo con te sul fatto che del Dao non si può parlare (道可道非常道)...purtroppo però usiamo un mezzo di comunicazione basato sulle parole: come se ne esce? propongo di abbandonare quindi la teoria e di cercare invece di comunicarci cosa rappresenta il Dao nella vita pratica di oggi .

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