Dao De Jing

Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi

domenica 7 novembre 2010

La spontaneità

La storia del cuoco Ding, come quella del carradore Bian, esemplifica un tema centrale del pensiero taoista:
la spontaneità (自然 ziran, letteralmente «da per se, secondo natura»).
Tale spontaneità, lungi dal esaltare una qualsivoglia libertà alla maniera romantica, va invece associata all’ «inevitabile» al «percorso necessario» seguito dal coltello del cuoco. Nella spontaneità che consiste nell’accordarsi alle cose non c’è posto per l’io: un atto sarà dunque «tale di per sé» soltanto a condizione di non aggiungere nulla alla situazione, ma di rifletterla perfettamente, alla maniera di uno specchio.

L’uomo perfetto fa del proprio cuore uno specchio. Non si attacca alle cose, né va loro incontro. Si limita a rispondervi, senza cercare di trattenerle. E’ così che è in grado di dominare le cose senza venirne in se stesso toccato.
E ancora

Confucio contemplava le cascate di Luliang. L’acqua cadeva da un’altezza di trecento piedi e la sua schiuma si spargeva per quaranta leghe. Neppure una tartaruga o un coccodrillo vi avrebbero potuto nuotare, ma all’improvviso Confucio vide un uomo tra i flutti. Credendo che si trattasse di un disperato che voleva morire, ordinò ai suoi discepoli di costeggiare la sponda per trarlo in salvo. Ma qualche centinaio di passi più in là, l’uomo uscì dall’acqua e coi capelli al vento, prese a passeggiare sulla riva cantando. Confucio lo raggiunse e gli disse: «Vi avevo preso per un demone ma ora, a guardarvi da vicino, vedo che siete un uomo in carne ed ossa. Consentitemi una domanda: possedete un metodo (dao) speciale per stare a galla in questo modo?»
«No –rispose l’uomo – non ho nessun metodo. Mi tuffo con l’afflusso e riemergo con il riflusso, seguo il dao dell’acqua senza cercare di imporvi il mio io, ed è così che sto a galla».

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