Dao De Jing

Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi

giovedì 4 novembre 2010

Il carradore Bian

Un giorno mentre il Duca Huan era intento a leggere nel punto più alto della sala, il carradore Bian stava rifinendo una ruota nel punto più basso. Deponendo il mazzuolo e scalpello, Bian salì dal Duca e gli rivolse questa domanda: «Posso chiedervi che cosa state leggendo?»

Il Duca rispose: «Leggo le parole dei saggi.
- Ma questi saggi sono ancora in vita?
- No, sono morti da lungo tempo.
- Dunque –concluse il carradore – quello che leggete non è altro che la feccia degli antichi.
- Come osa un carradore discutere di quello che leggo? – proruppe il Duca – Ti concedo di giustificarti, se puoi; altrimenti sarai messo a morte.
Il carradore Bian allora disse: «Il vostro servo vede le cose a partire dalla sua umile esperienza. Quando si intaglia una ruota, un colpo troppo debole non avrebbe presa, e un colpo troppo forte scivolerebbe sul legno. Né troppo piano né troppo forte: ho il colpo nella mano e la reazione nel mio spirito. Vi è in questo una abilità che non so esprimere a parole. Non ho saputo insegnarla a mio figlio, che non ha potuto apprenderla da me, e così a settant’anni eccomi ancora qui a fabbricar ruote. Gli antichi hanno portato con sé nella morte tutto quello che non hanno potuto trasmettere, e così dunque quello che state leggendo non è che la feccia degli antichi»



Il carradore parla di una esperienza paragonabile a quella del cuoco Ding: quando arriva ad un nodo delicato, sospende il suo gesto e concentra la sua attenzione finché tutto non gli diviene chiaro, ed allora taglia di un colpo solo. In tale istante vi è una perfetta identità di mano e di spirito, che non passa per l’intermediazione dell’ intelletto. Il movimento non è dettato dall’incoscienza e meno ancora dall’inconscio, ma dall’oblio della coscienza.

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