Dao De Jing

Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi

lunedì 11 ottobre 2010

Li: lo spirito rituale

Per Confucio essere umani equivale ad essere in relazione con gli altri, e la natura di tale relazione è percepita come rituale.

Han Hui domandò cosa fosse il ren. Il maestro rispose:«Vincere il proprio io per rivolgersi ai riti, questo è il ren» (Dialoghi XII,1)

Un altro discepolo che a sua volta pone la stessa domanda su ren riceve la seguente risposta:

«In pubblico comportati sempre come se fossi in presenza di un ospite di riguardo. Quando sei al governo, tratta il popolo con la stessa gravità di chi partecipa ad un sacrificio solenne. Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. In tal modo, che tu sia al servizio dello stato o di una grande famiglia, non susciterai alcun risentimento.» (Dialoghi XII,2)

Nei suoi riferimenti al 禮 li, Confucio allude spesso alla origine religiosa del termine (composto dal radicale 示 che indica le cose sacre a cui viene aggiunta la rappresentazione di una minestra di cerali 豆 in una coppa 酉, esso designa inizialmente un vaso sacrificale e per estensione il rituale del sacrificio) tuttavia ciò che interessa Confucio nel li non è tanto l'aspetto religioso quanto l'atteggiamento rituale di colui che vi partecipa. Tale atteggiamento ha una dimensione soprattutto interiore ma si manifesta esteriormente con un comportamento formalmente controllato.
La dimensione rituale conferisce una qualità estetica all'umanesimo confuciano che non deriva solamente dalla bellezza formale dei gesti e dalla raffinatezza dei comportamenti: si ha qui un'etica che trova la sua giustificazione in se stessa, nella propria armonia.

Ne consegue la naturale associazione dei riti e della musica, espressione per eccellenza dell'armonia.

Il Maestro disse: «Un uomo si desta con la lettura delle Odi, si consolida con la pratica del rituale, si perfeziona con l'armonia della musica» (Dialoghi VIII,8)

Risulta chiaro che la nozione di li rovescia l'idea corrente del ritualismo come mera etichetta e vuoto cerimoniale: Confucio opera riguardo a li uno slittamento semantico, passando dal significato sacrificale e religioso all'idea di un atteggiamento interiorizzato proprio di ciascuno, rappresentato dalla consapevolezza e dal rispetto degli altri.

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