Dao De Jing

Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi

venerdì 29 ottobre 2010

Lao Zi: "nulla" è meglio di "qualcosa"

Nel suo intento di radicalizzazione, il Lao Zi presenta delle tesi paradossali più forti del Zhuang Zi, che per lo più si limita a ironizzare sulla relatività delle cose. Invece della domanda «come so che ciò che chiamo “conoscenza” non è ignoranza? E come so che chiamo “ignoranza” non è conoscenza?», il Lao Zi afferma:

Non considerare il sapere come sapere è somma cosa
Considerare il non-sapere come sapere è una peste
(Lao Zi, 71)

Il paradosso del Lao Zi consiste nel prendere in contropiede determinate abitudini di pensiero: preferire il debole al forte, il non-agire all’agire, il femminile al maschile, il sotto al sopra, l’ignoranza alla conoscenza. Il Lao Zi parla di preferenza, non di considerare soltanto il debole escludendo il forte, in quanto le coppie di opposizione nel pensiero cinese non sono mai a carattere esclusivo ma complementare, poiché i contrari sono in relazione non già logica, bensì organica e ciclica, sul modello generativo della coppia yin/yang.

Zhuang Zi arriva ad elogiare l’inutilità:

Mentre attraversava una montagna,
Zhuang Zi vide un albero dai lunghi rami e dal fogliame rigoglioso.
Un boscaiolo che tagliava la legna lì vicino non toccava quell’albero.
Zhuang Zi gli chiese il perché «Perché la sua legna non è buona a nulla» rispose il boscaiolo.
«Grazie alla sua inutilità quest’albero giungerà al limite naturale della sua esistenza»
concluse Zhuang Zi. (Zhuang Zi, XX)

Ma il paradosso più radicale consiste nell’affermare che il nulla ha più valore di qualcosa, il vuoto ha più valore del pieno:

Trenta raggi convergono nel mozzo
Ma è proprio dove non c’è nulla che sta l’utilità della ruota
Si plasma l’argilla per farne un recipiente
Ma è proprio dove non c’è nulla che sta l’utilità del recipiente
Si aprono porte e finestre per fare una stanza
Ma è dove non c’è nulla che sta l’utilità della stanza
Così il «c’è» presenta delle opportunità, che il «non c’è» trasforma in utilità
(Lao Zi,11)

Nessun commento:

Posta un commento