Per Confucio l'uomo ha una sacra missione: quella di affermare e di elevare sempre più la propria umanità. Questa missione primeggia su tutti gli altri sacri doveri, compresi quelli che si riferiscono alle potenze divine o dell'aldilà.
Il Maestro non parlava mai di prodigi o di spiriti, di violenza o di atti contro natura (Dialoghi VII,20)
Zilu domandò in che modo si dovessero servire gli spiriti. Il Maestro gli rispose:«Se non si è in grado di servire gli uomini, come si possono servire gli spiriti?» Zilu allora lo interrogò intorno alla morte. Il Maestro rispose:«Se non si sa cosa è la vita, come si può sapere cosa è la morte?» (Dialoghi XI,11)
Fan Chi domandò in che cosa consistesse la saggezza. Il Maestro rispose «Nell'adempiere ai doveri verso gli uomini secondo giustizia, e nell'onorare spiriti e demoni tenendosene a distanza» (Dialoghi VI,20)
Quest'ultima frase esemplifica perfettamente l'atteggiamento preconizzato da Confucio nei confronti dell'ambito del sovrumano. Il sacro non si identifica più con il culto reso alla divinità ma con la coscienza morale individuale, con la fedeltà alla Via 道(Dao) che è la fonte di ogni bene. In nome del dao l'uomo di valore deve essere pronto «ad essere misconosciuto dagli uomini senza adombrarsene» come si dichiara all'inizio del Dialoghi, cioè a rinunciare a tutti i vantaggi ed a tutti i segni esteriori del successo e del riconoscimento politico.
Il Maestro disse: «Onori e ricchezze sono quanto più l'uomo desidera al mondo e tuttavia è meglio rinunciarvi che allontanarsi dalla Via. Povertà e mortificazione sono quanto l'uomo più detesta al mondo e tuttavia è meglio accettarle che allontanarsi dalla Via. L'uomo di valore che si allontana dal ren non è più degno di questo nome; l'uomo di valore è colui che non se ne allontana neppure per il breve intervallo di un pasto, per quanto pressanti possano essere le circostanze in cui si trova.» (Dialoghi IV,5)
Si tratta di una istanza che può comportare per l'uomo di valore persino il sacrificio della propria vita:
Il Maestro disse:«Colui che è risoluto a seguire la Via, l'autentico uomo del ren, non vuole conservare la vita al prezzo di sacrificare il ren ma, se è necessario, la sacrifica per far vivere il ren» (Dialoghi XV,8)
Tale carattere sacro dell'adesione al Dao è sottolineato da Confucio attribuendovi il valore di «decreto del Cielo» 天名 (tian ming).
Il Dragone cerca la Lupa, la Lupa cerca il Dragone. Attualità della Cina antica e antichità della Cina moderna: pensieri, viaggi di guerrieri, mercanti, missionari e sognatori, uomini straordinari conosciuti e sconosciuti. Un filo di seta lungo diecimila chilometri che da più di duemila anni lega il nostro mondo ed il lontano Oriente.
Dao De Jing
Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi
mercoledì 13 ottobre 2010
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