Un termine assai frequente nei Dialoghi è junzi - letteralmente: figlio di signore – (nel carattere 君 si possono riconoscere una mano che tiene un pennello e il simbolo della bocca 口: jun è quindi una persona colta che sa parlare e scrivere) che generalmente designa nei testi antichi ogni membro della nobiltà ma che nel linguaggio di Confucio assume un senso nuovo, in quanto la «qualità» dell'uomo nobile non dipende più soltanto dalla nascita, ma dipende soprattutto dal suo valore come essere umano completo. Junzi è dunque «l'uomo di valore» in opposizione allo xiaoren (letteralmente: piccolo uomo) «l'uomo dappoco»
«…l'uomo di valore conosce ciò che è giusto, l'uomo dappoco non conosce che il proprio vantaggio…» (Dialoghi IV,16)
«…l'uomo di valore è imparziale e mira all'universale; l'uomo dappoco, ignorando l'universale, si occupa soltanto di ciò che è parziale…» (Dialoghi II,14)
Il Dragone cerca la Lupa, la Lupa cerca il Dragone. Attualità della Cina antica e antichità della Cina moderna: pensieri, viaggi di guerrieri, mercanti, missionari e sognatori, uomini straordinari conosciuti e sconosciuti. Un filo di seta lungo diecimila chilometri che da più di duemila anni lega il nostro mondo ed il lontano Oriente.
Dao De Jing
Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi
giovedì 23 settembre 2010
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