Dao De Jing

Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi

domenica 9 febbraio 2014

A proposito di inondazioni: guardate cosa sapevano fare gli antichi ingegneri cinesi!




Il Diluvio universale  è la storia mitologica di una grande inondazione mandata da una o più divinità per distruggere la civiltà come atto di punizione divina. È un tema ricorrente in molte varie culture, anche se probabilmente la più conosciuta dalle nostre parti è il racconto biblico dell'Arca di Noè. La diffusione di un simile mitologema in culture molto diverse ha suggerito che possa esistere un fondamento di realtà; un'antica catastrofe che, magari ingigantita e mitizzata, è giunta fino a noi, dapprima tramite la tradizione orale, poi grazie agli scritti antichi.

Anche la Cina non è immune da questo mito , che poi tanto mito non è in quanto da sempre è soggetta alla furia degli elementi. Le antiche civiltà cinesi concentrate attorno al Fiume Giallo, vicino alla odierna Xian, credevano che le alluvioni del fiume fossero causate da draghi (rappresentanti dei) che vivevano nel fiume, quando si arrabbiavano per gli errori commessi dagli uomini. 

Esistono molte fonti di leggendarie alluvioni nell'antica letteratura cinese. Alcune appaiono come un diluvio mondiale, ma molte versioni vengono riportate come inondazioni locali - un certo numero di esse ha come tema l'alluvione causata da dei ostili; altre sono basate su eventi storici. 

Il primo capitolo del Classico dei documenti (Shujing, la più antica opera storica cinese, e uno dei principali Classici confuciani); è il capitolo Tributo di Yu (Yugong, V-III sec. a.C.) del In esso si racconta come Yu il Grande abbia messo ordine nel mondo terrestre, dopo aver asciugato le acque della Grande inondazione: "Yu disegnò le terre, aprì le strade attraverso le montagne, tagliò gli alberi, stabilì gli alti monti [e] i grandi fiumi.”

Questa leggenda racconta che nella remota antichità cinese le inondazioni imperversarono per ben 22 anni. La terra diventò un mare che sommerse tutti i cereali. La popolazione senza tetto e cibo era attaccata dalle belve, e il suo numero si ridusse rapidamente. Il mitico re Yao, molto preoccupato, chiamò i capi delle varie tribù a discutere la soluzione del problema. Quindi fu deciso di mandare Gun a domare le acque. Ricevuto l’ordine, Gun si raccolse a pensare su come affrontare l’inondazione, ricordando alla fine il detto :

«Di fronte ai soldati, intervengono gli ufficiali, di fronte alle acque, intervengono i cumoli di terra.»

pensò che con la costruzione di alte dighe intorno ai villaggi sarebbe stato possibile affrontare le inondazioni. Tuttavia di fronte alle immense acque, dove si potevano trovare tante pietre e terra per costruire grandi dighe? Ed ecco che dalle acque emerse una tartaruga divina che disse a Gun :

«In cielo si trova un tesoro chiamato Xirang; se riesci a impadronirtene e a gettarlo sulla terra, crescerà subito, diventando un monte e creando dighe».

Molto felice, Gun salutò la tartaruga e andò verso il lontano Occidente. Superate migliaia di difficoltà, Gun arrivò finalmente al Monte Kunlun. Incontrato l’Imperatore Celeste Huangdi, gli chiese di regalargli il tesoro Xirang per domare la furia delle acque e salvare la popolazione. Tuttavia l’imperatore rifiutò la sua richiesta. Avendo a cuore la sua gente afflitta dalle inondazioni, approfittando della disattenzione di una guardia, Gun rubò il tesoro Xirang e tornato in Cina lo gettò subito nell’acqua. In effetti il Xirang crebbe subito e rapidamente, e se le acque aumentavano di un metro, cresceva di un metro e se le acque aumentavano di dieci metri, cresceva di dieci metri; grazie a ciò le acque furono rapidamente isolate dalle dighe, la popolazione si liberò dall’accerchiamento ed i contadini ricominciarono gioiosamente a lavorare la terra.

Ma saputo del furto del Xirang da parte di Gun, l’Imperatore Celeste inviò subito soldati e ufficiali celesti sulla terra a ricuperarlo. Una volta scomparso il Xirang, le acque di inondazione tornarono subito, distruggendo le dighe e i campi coltivati. Molti contadini annegarono, perdendo la vita. Il re Yao si infuriò, pubblicando il decreto:

«Gun sa solo costruire dighe per resistere alle acque, tuttavia una volta che le dighe siano distrutte, il danno è ancora maggiore. Egli ha domato le acque per nove anni, senza alcun successo, per cui deve morire!».

Il re Yao imprigionò Gun sul Monte Yu e dopo tre anni lo fece uccidere. Dopo 20 anni, il re Yao passò il trono a Shun che ordinò a Yu, figlio di Gun, di continuare la lotta alle acque.

Yu  all’inizio copiò il metodo del padre: tuttavia dopo la costruzione di dighe, la potenza delle acque di inondazione ostruite diventò maggiore, rompendo subito gli argini. Ma le forze sacre fecero dono a Yu del Libro delle Acque (Shui Jing) e così Yu capì la ragione dei suoi fallimenti:

«Solo l’ostruzione è impraticabile; dove è necessaria occorre procedere, ma dove si rende utile lo scarico, occorre farlo.»

Si dice che con la forza celeste Yu abbia tagliato il Monte Longmen [Porta del Drago] in modo che le acque del Fiume Giallo scorressero direttamente dai precipizi, formando così la Gola di Longmen; sul corso inferiore tagliò inoltre a pezzi un monte che ostacolava il corso del fiume, le cui acque si diressero tortuosamente verso il Mare Orientale, formando la Gola di Sanmenxia. Da migliaia di anni, le Gole di Longmen e di Sanmenxia sul Fiume Giallo sono famose per le loro acque impetuose e i meravigliosi paesaggi.
Per ringraziare Yu, la popolazione lo propose come re; anche il re Shun passò volentieri il trono a Yu per i suoi meriti nel controllo delle inondazioni: da quella volta fu chiamato Yu il Grande (Da Yu).
Nella società primitiva,  la gente cercò con tutti i mezzi di lottare contro le inondazioni, esprimendo nei miti l’ardente desiderio di vincere le calamità naturali. Gun e Yu sono eroi mitizzati per rappresentare gli auspici popolari. Nel contempo in queste storie mitiche, le esperienze e difficoltà provate da Gun e Yu nel controllo delle acque costituiscono le ardue esperienze popolari di lotta alle inondazioni. Finalmente contando sulla saggezza venne sintetizzato il metodo di controllo delle acque, ossia “combinazione di ostruzione e scarico”. 

Questa la leggenda: ora vediamo la storia:

Durante il periodo degli Stati Combattenti (406-221 a.C.) le popolazioni che vivevano lungo gli argini del fiume Min subivano quasi ogni anno pesanti alluvioni. Il governatore dello stato di Shu, [oggi area limitrofa a Chengdu, capitale della provincia del Sichuan] tale Li Bing, investigò sulle cause di questi disastri ambientali e scoprì che il fiume si ingrossava in primavera  a causa dello scioglimento delle nevi delle vicine montagne: quando le piene arrivavano a valle distruggevano gli argini e provocavano disastrose inondazioni.

Una possibile soluzione poteva essere la costruzione di una diga, ma questo avrebbe impedito di tenere aperta la via d’acqua per il trasporto di vettovaglie ai militari che difendevano le frontiere a nord-ovest del regno: Li Bing ricevette 100.000 tael d’argento per la realizzazione del progetto dal Re Zhao di Qin con cui avviò un cantiere di decine di migliaia di operai. Ed ecco il progetto: l’idea originale di Li Bing  consiste di tre componenti che cooperano per evitare le inondazioni e fornire irrigazione ai campi.



Lo sbarramento Yuzui (Bocca di Pesce) che prende il nome dalla sua forma conica, è un terrapieno artificiale che divide  il flusso in due vie parallele: quella interna è stretta e profonda mentre quella esterna è meno profonda ma più ampia: questa conformazione fa sì che la via interna faccia passare la maggior parte delle acque nel sistema di irrigazione durante la stagione secca, mentre durante le piene il flusso si allarga sulla via esterna che fa defluire la maggior parte delle acque; inoltre la sua forma incurvata – posta in un ansa del fiume - ha la funzione di convogliare I sedimenti trasportati dalle acque nel canale esterno, lasciano fluire le acque con minore concentrazione di detriti nel canale interno.

Lo sbarramento Feishan [Sabbia Volante] detta anche Porta delle Inondazioni, collega i flussi interno ed esterno regolando la portata del canale interno in caso di eccesso evitando così il rischio di inondazioni.

Il Canale Baopingkou  [Collo di Bottiglia] , scavato nel fianco del monte, è la parte conclusiva del sistema: il canale distribuisce l’acqua alle fattorie, mentre lo stretto ingresso - da cui il nome – lavora come porta di controllo, creando un flusso vorticoso che spinge via l’eccesso di acqua oltre la diga Feishan.

L’isola artificiale fu costruita con un ingegnoso sistema di ceste di bamboo riempite di pietre fissate al terreno con dei tripodi di tronchi di legno. Ci vollero quattro anni per finire l’impresa…

Anche lo scavo del canale sul monte Yulei fu  una grande sfida tecnologica per Li Bing: a quei tempi non era ancora stata scoperta la polvere da sparo per frantumare le rocce: fu così che con un ingegnoso metodo di riscaldamento col fuoco e raffreddamento successivo son l’acqua si riuscì a rendere le rocce del monte meno dure e quindi frantumabili più facilmente: ci vollero comunque ben otto anni di lavoro per ricavare un canale largo 20 metri nel fianco del monte.

Finta l’impresa, finirono le alluvioni: non solo ma il nuovo sistema di irrigazione delle campagne della provincia di Chengdu, comportò un tale aumento di produzione agricola da meritare il soprannome a quelle zone di “Regno dell’ Abbondanza”.

Oggi Dujianyan – più volte modificato e potenziato nel corso dei secoli - è diventato una attrazione turistica: ma  questo progetto è ammirato da tutti gli scienziati del mondo per una sua caratteristica peculiare. Al posto delle soluzioni moderne di costruire dighe, che bloccano il flusso naturale delle acque, accumulando detriti negli invasi e impediscono la fisiologia del fiume come la possibilità dei pesci di risalirne il corso per riprodursi.

Quest'opera provvede ancor oggi ai bisogni idrici della città  di Chengdu e provvede irrigazione a più di 5000 Km2  di campagne nella provincia del Sichuan.

Nel 2000 il sistema di irrigazione del Dujiangyan è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, e proprio in quell’anno, mentre lavoravo a Chengdu, andai a visitare un fine settimana il complesso di Dujiangyan. Devo dire la verità che quella volta non avevo capito bene il valore dell’opera, tuttavia ero rimasto impressionato dalla quantità dei visitatori.


Ma ecco la cosa che mi ha più colpito: vicino alla riva del fiume si trova un maestoso tempio, il Tempio Erwang [cioè dei Due Re].
Nella stanza principale si erge una grande statua con ai piedi i bracieri per l’incenso votivo: alla mia richiesta di quale fosse la divinità a cui il tempio era dedicato, la guida mi ha risposto meravigliata: “ma questo è il tempio è dedicato alla memoria di Li Bing  e di suo figlio!”.


Che meraviglia! Solo in Cina si arriva a divinizzare un…ingegnere!


Fonti


Nessun commento:

Posta un commento