Il
Diluvio universale è la storia mitologica di una grande
inondazione mandata da una o più divinità per distruggere la civiltà come atto
di punizione divina. È un tema ricorrente in molte varie culture, anche se
probabilmente la più conosciuta dalle nostre parti è il racconto biblico dell'Arca
di Noè. La diffusione di un simile mitologema in culture molto diverse ha
suggerito che possa esistere un fondamento di realtà; un'antica catastrofe che,
magari ingigantita e mitizzata, è giunta fino a noi, dapprima tramite la
tradizione orale, poi grazie agli scritti antichi.
Anche
la Cina non è immune da questo mito , che poi tanto mito non è in quanto da
sempre è soggetta alla furia degli elementi. Le antiche civiltà cinesi
concentrate attorno al Fiume Giallo, vicino alla odierna Xian, credevano che le
alluvioni del fiume fossero causate da draghi (rappresentanti dei) che vivevano
nel fiume, quando si arrabbiavano per gli errori commessi dagli uomini.
Esistono
molte fonti di leggendarie alluvioni nell'antica letteratura cinese. Alcune
appaiono come un diluvio mondiale, ma molte versioni vengono riportate come
inondazioni locali - un certo numero di esse ha come tema l'alluvione causata
da dei ostili; altre sono basate su eventi storici.
Il
primo capitolo del Classico
dei documenti (Shujing,
la più antica opera storica cinese, e uno dei principali Classici confuciani); è
il capitolo Tributo
di Yu (Yugong,
V-III sec. a.C.) del In esso si racconta come Yu il Grande abbia messo ordine
nel mondo terrestre, dopo aver asciugato le acque della Grande inondazione:
"Yu disegnò le terre, aprì le strade attraverso le montagne, tagliò gli
alberi, stabilì gli alti monti [e] i grandi fiumi.”
Questa
leggenda racconta che nella remota antichità cinese le inondazioni imperversarono
per ben 22 anni. La terra diventò un mare che sommerse tutti i cereali. La
popolazione senza tetto e cibo era attaccata dalle belve, e il suo numero si
ridusse rapidamente. Il mitico re Yao, molto preoccupato, chiamò i capi delle
varie tribù a discutere la soluzione del problema. Quindi fu deciso di mandare
Gun a domare le acque. Ricevuto l’ordine, Gun si raccolse a pensare su come
affrontare l’inondazione, ricordando alla fine il detto :
«Di fronte ai soldati,
intervengono gli ufficiali, di fronte alle acque, intervengono i cumoli di
terra.»
pensò che con la costruzione di alte
dighe intorno ai villaggi sarebbe stato possibile affrontare le inondazioni.
Tuttavia di fronte alle immense acque, dove si potevano trovare tante pietre e
terra per costruire grandi dighe? Ed ecco che dalle acque emerse una tartaruga
divina che disse a Gun :
«In cielo si trova un tesoro
chiamato Xirang; se riesci a impadronirtene e a gettarlo sulla terra, crescerà
subito, diventando un monte e creando dighe».
Molto felice, Gun salutò la
tartaruga e andò verso il lontano Occidente. Superate migliaia di difficoltà,
Gun arrivò finalmente al Monte Kunlun. Incontrato l’Imperatore Celeste Huangdi,
gli chiese di regalargli il tesoro Xirang per domare la furia delle acque e
salvare la popolazione. Tuttavia l’imperatore rifiutò la sua richiesta. Avendo
a cuore la sua gente afflitta dalle inondazioni, approfittando della
disattenzione di una guardia, Gun rubò il tesoro Xirang e tornato in Cina lo
gettò subito nell’acqua. In effetti il Xirang crebbe subito e rapidamente, e se
le acque aumentavano di un metro, cresceva di un metro e se le acque
aumentavano di dieci metri, cresceva di dieci metri; grazie a ciò le acque furono
rapidamente isolate dalle dighe, la popolazione si liberò dall’accerchiamento
ed i contadini ricominciarono gioiosamente a lavorare la terra.
Ma saputo del furto del Xirang da parte di Gun, l’Imperatore Celeste inviò subito soldati e ufficiali celesti sulla terra a ricuperarlo. Una volta scomparso il Xirang, le acque di inondazione tornarono subito, distruggendo le dighe e i campi coltivati. Molti contadini annegarono, perdendo la vita. Il re Yao si infuriò, pubblicando il decreto:
«Gun sa solo costruire dighe per
resistere alle acque, tuttavia una volta che le dighe siano distrutte, il danno
è ancora maggiore. Egli ha domato le acque per nove anni, senza alcun successo,
per cui deve morire!».
Il re Yao imprigionò Gun sul Monte
Yu e dopo tre anni lo fece uccidere. Dopo 20 anni, il re Yao passò il trono a
Shun che ordinò a Yu, figlio di Gun, di continuare la lotta alle acque.
Yu
all’inizio copiò il metodo del padre: tuttavia dopo la costruzione di
dighe, la potenza delle acque di inondazione ostruite diventò maggiore,
rompendo subito gli argini. Ma le forze sacre fecero dono a Yu del Libro delle
Acque (Shui Jing) e così Yu capì la ragione dei suoi fallimenti:
«Solo l’ostruzione è impraticabile;
dove è necessaria occorre procedere, ma dove si rende utile lo scarico, occorre
farlo.»
Si dice che con la forza celeste Yu
abbia tagliato il Monte Longmen [Porta del Drago] in modo che le acque del
Fiume Giallo scorressero direttamente dai precipizi, formando così la Gola di
Longmen; sul corso inferiore tagliò inoltre a pezzi un monte che ostacolava il
corso del fiume, le cui acque si diressero tortuosamente verso il Mare
Orientale, formando la Gola di Sanmenxia. Da migliaia di anni, le Gole di
Longmen e di Sanmenxia sul Fiume Giallo sono famose per le loro acque impetuose
e i meravigliosi paesaggi.
Per ringraziare Yu, la popolazione
lo propose come re; anche il re Shun passò volentieri il trono a Yu per i suoi
meriti nel controllo delle inondazioni: da quella volta fu chiamato Yu il
Grande (Da Yu).
Nella società primitiva, la gente cercò con tutti i mezzi di lottare
contro le inondazioni, esprimendo nei miti l’ardente desiderio di vincere le
calamità naturali. Gun e Yu sono eroi mitizzati per rappresentare gli auspici
popolari. Nel contempo in queste storie mitiche, le esperienze e difficoltà
provate da Gun e Yu nel controllo delle acque costituiscono le ardue esperienze
popolari di lotta alle inondazioni. Finalmente contando sulla saggezza venne
sintetizzato il metodo di controllo delle acque, ossia “combinazione di
ostruzione e scarico”.
Questa la leggenda: ora vediamo la storia:
Durante
il periodo degli Stati Combattenti (406-221 a.C.) le popolazioni che vivevano
lungo gli argini del fiume Min subivano quasi ogni anno pesanti alluvioni. Il
governatore dello stato di Shu, [oggi area limitrofa a Chengdu, capitale della
provincia del Sichuan] tale Li Bing, investigò sulle cause di questi disastri
ambientali e scoprì che il fiume si ingrossava in primavera a causa dello scioglimento delle nevi delle
vicine montagne: quando le piene arrivavano a valle distruggevano gli argini e
provocavano disastrose inondazioni.
Una
possibile soluzione poteva essere la costruzione di una diga, ma questo avrebbe
impedito di tenere aperta la via d’acqua per il trasporto di vettovaglie ai
militari che difendevano le frontiere a nord-ovest del regno: Li Bing ricevette
100.000 tael d’argento per la realizzazione del progetto dal Re Zhao di Qin con
cui avviò un cantiere di decine di migliaia di operai. Ed ecco il progetto: l’idea
originale di Li Bing consiste di tre
componenti che cooperano per evitare le inondazioni e fornire irrigazione ai
campi.
Lo
sbarramento Yuzui (Bocca di Pesce) che prende il nome dalla sua forma conica, è
un terrapieno artificiale che divide il
flusso in due vie parallele: quella interna è stretta e profonda mentre quella
esterna è meno profonda ma più ampia: questa conformazione fa sì che la via
interna faccia passare la maggior parte delle acque nel sistema di irrigazione
durante la stagione secca, mentre durante le piene il flusso si allarga sulla
via esterna che fa defluire la maggior parte delle acque; inoltre la sua forma
incurvata – posta in un ansa del fiume - ha la funzione di convogliare I
sedimenti trasportati dalle acque nel canale esterno, lasciano fluire le acque
con minore concentrazione di detriti nel canale interno.
Lo
sbarramento Feishan [Sabbia Volante] detta anche Porta delle Inondazioni, collega
i flussi interno ed esterno regolando la portata del canale interno in caso di
eccesso evitando così il rischio di inondazioni.
Il
Canale Baopingkou [Collo di Bottiglia] ,
scavato nel fianco del monte, è la parte conclusiva del sistema: il canale
distribuisce l’acqua alle fattorie, mentre lo stretto ingresso - da cui il nome
– lavora come porta di controllo, creando un flusso vorticoso che spinge via
l’eccesso di acqua oltre la diga Feishan.
L’isola
artificiale fu costruita con un ingegnoso sistema di ceste di bamboo riempite
di pietre fissate al terreno con dei tripodi di tronchi di legno. Ci vollero
quattro anni per finire l’impresa…
Anche
lo scavo del canale sul monte Yulei fu
una grande sfida tecnologica per Li Bing: a quei tempi non era ancora
stata scoperta la polvere da sparo per frantumare le rocce: fu così che con un
ingegnoso metodo di riscaldamento col fuoco e raffreddamento successivo son
l’acqua si riuscì a rendere le rocce del monte meno dure e quindi frantumabili
più facilmente: ci vollero comunque ben otto anni di lavoro per ricavare un
canale largo 20 metri nel fianco del monte.
Finta
l’impresa, finirono le alluvioni: non solo ma il nuovo sistema di irrigazione
delle campagne della provincia di Chengdu, comportò un tale aumento di
produzione agricola da meritare il soprannome a quelle zone di “Regno dell’
Abbondanza”.
Oggi
Dujianyan – più volte modificato e potenziato nel corso dei secoli - è
diventato una attrazione turistica: ma
questo progetto è ammirato da tutti gli scienziati del mondo per una sua
caratteristica peculiare. Al posto delle soluzioni moderne di costruire dighe,
che bloccano il flusso naturale delle acque, accumulando detriti negli invasi e
impediscono la fisiologia del fiume come la possibilità dei pesci di risalirne
il corso per riprodursi.
Quest'opera
provvede ancor oggi ai bisogni idrici della città di Chengdu e provvede irrigazione a più di
5000 Km2 di campagne nella
provincia del Sichuan.
Nel
2000 il sistema di irrigazione del Dujiangyan è stato inserito nell'elenco dei
Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, e proprio in quell’anno, mentre lavoravo a
Chengdu, andai a visitare un fine settimana il complesso di Dujiangyan. Devo
dire la verità che quella volta non avevo capito bene il valore dell’opera,
tuttavia ero rimasto impressionato dalla quantità dei visitatori.
Ma
ecco la cosa che mi ha più colpito: vicino alla riva del fiume si trova un
maestoso tempio, il Tempio Erwang [cioè dei Due Re].
Nella
stanza principale si erge una grande statua con ai piedi i bracieri per
l’incenso votivo: alla mia richiesta di quale fosse la divinità a cui il tempio
era dedicato, la guida mi ha risposto meravigliata: “ma questo è il tempio è
dedicato alla memoria di Li Bing e di
suo figlio!”.
Che
meraviglia! Solo in Cina si arriva a divinizzare un…ingegnere!
Fonti
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