Il Monte Wutai (五台山
Wǔtái Shān), situato nella provincia cinese dello Shanxi, è uno dei quattro monti sacri del Buddhismo
cinese. Il suo retaggio culturale comprende 53 monasteri sacri, inclusi tra i patrimoni
dell’umanità dell’UNESCO 2009.
In
Cina ci sono 9 montagne sacre: 5 Taoiste e 4 Buddhiste, disseminate sul territorio secondo regole precise. I monti sacri sono
generalmente di difficile accesso, ma sono molti i cinesi che intraprendendo il
pellegrinaggio per visitarli: ne rimangono affascinati e atterriti, ma allo
stesso tempo spinti da una curiosità intellettuale e spirituale.
In cinese «andare in pellegrinaggio» si dice 朝圣进香 (cháo shèng jìn xiāng) che
significa letteralmente «presentarsi al sacro offrendo l’incenso» come lo si fa
davanti ad un antenato o a un sovrano. Molto spesso, nei loro giri, i
pellegrini usavano visitare diverse montagne. Il più conosciuto di questi «giri»
è quello delle «quattro montagne celebri» del buddhismo cinese (四大名山sì
dà míng shān) tutte dedicate ai dei bodhisattva, cioè a quegli esseri illuminati che hanno rinunciato
alla loro liberazione per la salvezza di tutti
Ricordo
che gli altri tre monti sacri sono:
Il Monte Emei (峨嵋山
Éméi
Shān) nella
provincia di Sichuan (3099 metri),
consacrato al culto di Samantabhadra (Puxian)
Il Monte Jiuhua, (九华山 Jiǔhuá Shān) nella
provincia di Anhui (1342 metri), casa madre del sovrano
dei morti che è Ksitigarbha (Dizang)
Il Monte Putuo, (普陀山 Pǔtúo Shān) nella provincia di Zhejiang (297 metri), centro dei devoti di Avalokitesvara (Guanyin)
Wutai Shan (Il Monte delle Cinque Terrazze)
prende il nome dalla sua strana topografia, composta da cinque picchi
arrotondati (nord, sud, est, ovest, centrale), di cui quello settentrionale,
chiamato Beitai Ding è il più alto,
nonché punto più alto della Cina settentrionale (3058 m s.l.m.).
Il
Wutai Shan è uno dei siti più antichi di diffusione del buddhismo in Cina; come
centro religioso data dal regno dell'imperatore Ming Di (58-75 d.C.) quando,
secondo una leggenda, un monaco indiano giunse al monte ed ebbe una visione
nella quale incontrò Buddha Manjusri. E fu così che a somiglianza delle altre
montagne sacre al buddhismo - dedicata ognuna a un bodhisattva particolare - Wutai Shan fu dedicato a Manjusri (noto anche
come Buddha Wenshu, 文殊).
Manjushri, (che significa
"Dolce Gloria" ) è uno dei più importanti bodhisattva: è definito il
principio della saggezza di tutti i Buddha, ed è considerato il Bodhisattva della Consapevolezza. La
sua figura acquisisce rapidamente notorietà in India, ma anche in tutti i paesi
toccati dal Mahayana, e la sua popolarità è confermata da numerose leggende. Nel
suo aspetto più consueto è raffigurato come un adolescente dai capelli annodati
in cinque crocchie, seduto a gambe incrociate, con una spada fiammeggiante
nella mano destra (che serve a recidere il velo dell'Illusione e delle
apparenze, ed è l'emblema della Prajna,
la "Suprema Conoscenza", e nella sinistra lo stelo di un loto blu (Uptala), sormontato dal volume della Prajnaparamita, che è la esposizione del Buddha sulla
sapienza trascendente che si può raggiungere attraverso la realizzazione della
vacuità (shunyata).
Nella iconografia buddhista cinese
Wenshu viene tradizionalmente mostrato come un bodhisattva maschio, a cavallo
di un leone, che tiene in una mano o uno scettro o una spada e nell’altra un
rotolo. Lo scettro è simbolo di buon auspicio e dell’ottenimento dei desideri,
mentre la spada rappresenta la potenza della saggezza trascendente che spezza
l’ignoranza e le visioni erronee e il rotolo rappresenta il sutra Prajnaparamita. Il leone su cui Wenshu
siede rappresenta, se di colore d’oro, la nobile maestà della saggezza
trascendente, mentre se è di colore verde o blu è simbolo della mente selvaggia
che viene addomesticata dalla saggezza.
Si dice che il bodhisattva si
manifesti spesso sulla montagna, assumendo la forma di pellegrini, monaci o,
più raramente, di cinque nuvole colorate. La festa di Wenshu si celebra il IV
giorno del IV mese lunare.
Il Wutai è stato il primo dei
quattro monti ad essere riconosciuto
come monte sacro. Avvenne sulla base di un passaggio dell'Avatamsaka Sutra
(Húayán jīng; 華嚴經), che descrive i luoghi di culto di molti bodhisattva. In
questo capitolo, si dice che Manjusri si trova su una «montagna fresca e pura»
nel nord-est. Questo gli ha fatto meritare il soprannome di清涼山Qīngliáng
Shān.
All'epoca
dei Wei settentrionali, Wutai Shan era un prospero centro buddhista, così
importante da essere raffigurato su un affresco nelle grotte di Dunhuang a
Gansu. Il monte raggiunse il massimo della popolarità sotto la dinastia Tang,
epoca in cui si raggiunse la cifra di oltre duemila templi disseminati sulle
sue cime, nei quali i monaci si dedicavano allo studio dell'Avatamsaka sutra. Il
numero dei templi diminuì nel tardo periodo Tang, quando il buddhismo fu
perseguitato, ma la montagna godette di una seconda giovinezza sotto la
dinastia Ming, grazie al favore imperiale. L'imperatore Kang Xi la visitava di
frequente. Nel XV secolo, in zona andò a predicare il fondatore della setta
tibetana dei Berretti gialli, che sosteneva il rigore e l'austerità contro la
dottrina più blanda della precedente setta dei Berretti rossi.
Della
quarantina di templi rimasti, buona parte si trova nel villaggio monastico di
Taihuai, situato in una depressione circondata dalle cinque sacre vette. La zona, per la sua difficile accessibilità, è
sempre stata abbastanza al riparo dagli eccessi del periodo maoista, per cui
molti templi sono usciti indenni Rivoluzione Culturale. Oggi paradossalmente la
situazione si è rovesciata: gli speculatori hanno prestato attenzione al
richiamo di Jiang Zemin di "rendere famoso il Wutai" (un ordine che
da allora è affisso accanto all'immagine del presidente su un cartellone
gigantesco all'ingresso di Taihuai), cominciando a costruire ville imponenti
nella valle. Lo stesso ha fatto la sezione locale del Partito che ha costruito
un monumento a Mao Zedong, e oggi un busto in ceramica di quell'ateo
impenitente troneggia nel cuore del tempio principale. Grazie al miglioramento
della rete stradale, e possibile raggiungere Taihuai in sole cinque ore da Datong o da Taiyuan. I templi sono tutti
attivi, per cui è normale vedere monaci dalla testa rasata e in vesti arancioni
e marroni che officiano cerimonie esoteriche o girano intorno agli stupa.
Purtroppo, sta diventando normale anche vedere gruppi turistici stranieri e
cinesi sbarcati dai pullman che si ammassano ad osservarli.
Il
Tempio Tayuan (Tayuan Si), riconoscibile per la grande pagoda
bianca a forma di bottiglia, fu costruito durante la dinastia Ming ed è il più
imponente tempio di Taihuai. La pagoda, alta 50 m e in stile tibetano, è il simbolo del villaggio. La sua guglia
bianca a forma bulbo, collocata su un'ampia base quadrata, s'innalza sopra i
tetti grigi, mentre, quando c'è forte vento, il rintocco dei 250 campanelli
appesi al tetto in bronzo si sente in tutta la cittadina. Le molte pagode di
questo stile sul Wutai - di cui questa è la più grande - testimoniano
l'importanza del monte per il lamaismo tibetano e mongolo, rappresentato anche
dagli alti pali in legno con cappucci in bronzo che si vedono entrando in molti
templi.
Dietro la pagoda fu costruita una biblioteca a due piani della dinastia Ming per custodire la bella, quanto strana, libreria girevole in legno, molto più antica del resto del complesso e ancora in uso. La libreria, a forma di torre esagonale è coperta da un tetto conico, sale al secondo piano attraverso il soffitto del primo e gira intorno a uno stretto perno dipinto a somiglianza di un fiore di loto. I 33 piani di scaffali, suddivisi in piccoli vani e dipinti a motivi ornamentali, custodiscono volumi di sutra, in tibetano, mongolo e cinese, fra cui un sutra Ming scritto con il sangue e altri con inchiostro fabbricato con pietre preziose polverizzate.
A
est del Tayuan Si si trova il Luohou Si, una ricostruzione Ming di un
tempio Tang, degna di nota soprattutto per l'altare circolare ligneo del salone
centrale, con un motivo a onde alla base che sorregge un grande loto in legno
con petali mobili, che vengono aperti da un meccanismo sottostante per mostrare
i quattro Buddha seduti al suo interno.
Lo
Xiantong Si, sempre dietro al Tayuan Si, pare che risalga ai Han
orientali (52 d.C.), ma il complesso attuale è in stile Ming e Qing. Tra le quattrocento
sale, ce n'è una completamente in bronzo, con tanto di puntelli e cardini a
imitazione di un raffinato lavoro in legno. Le pareti e le porte sono decorate
a motivi animali e floreali verso l'esterno, mentre all'interno da file su file
di minuscoli Buddha, insieme a un elegante Buddha Manjusri in bronzo seduto su
un leone dal volto umano. Nel cortile centrale sorgono due pagode sempre in
bronzo, la cui complessa decorazione comprende figure che cavalcano pesci e
cavalli in mare e file di bodhisattva. Il tempio è noto anche per la
raffinatezza della costruzione, che si ammira soprattutto nel Padiglione
dello Splendore Incommensurabile, le cui gronde sono a imitazione di
puntelli lignei. Il teatro all'aperto, di tanto in tanto, ospita
rappresentazioni operistiche della compagnia itinerante dello Shanxi, in cui si
può ammirare la gente del posto, vestita alla Mao, che canta le arie seguendo
le parole proiettate su nastri di seta appesi.
Circa
2,5 km a sud di Taihuai si trova il vasto Tempio Nanshan (南山寺
Nanshan Si), costruito durante la dinastia Yuan, che
offre un bel panorama sulla valle del Wutai Shan. Il tempio è composto da sette terrazze, divise in tre
parti. I tre più bassi sono chiamati tempio
Jile (极乐寺), i mediani sala
Shande (善德堂) ed i superiori tempio
Youguo (佑国寺), è ornato da affreschi che
illustrano la storia del romanzo Viaggio in occidente.
Tra gli altri luoghi di interesse ricordiamo l'arco in marmo del Tempio Longquan (Longquan Si) e il Tempio Shuxiang (Shuxiang Si), che custodisce una statua del Buddha, alta 26 m, e sculture di 500 arhat.
Accessibile
da una scala in pietra di 108 gradini (il numero di grani del rosario
buddhista), il Pusa Ding (Y5), un complesso Ming e Qing dove
alloggiarono anche gli imperatori Kangxi e Qianlong, è situato su un colle al
centro di Taihuai, in posizione ideale per contemplare la cittadina e
organizzarsi un giretto.
Proseguendo
verso sud, si arriva al Padiglione Wanfo, un tempo parte del Tayuan Si,
che racchiude un gran numero di statue buddhiste e ha davanti due pagode in
pietra in stile tibetano. Più a sud sorge lo Shuxiang Si (Y4) il più grande del
Wutai Shan, un restauro Qing di un edificio Tang, notevole per il Buddha
Manjusri bronzeo affiancato da cinquecento lohan.