Dao De Jing

Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi

lunedì 4 marzo 2013

IL monte Song, culla del Kung Fu e dello Zen





Il Monte Song  (嵩山 Sōng Shān) è  una delle cinque montagne sacre del taoismo in Cina: a circa 80 km dalla città di Zhengzhou ed a 15 km a nord della città di Denfeng, nella provincia dello Henan, in Cina, il Song Shan è alto 1.500 metri.




Le montagne sacre taoiste sono associate, in accordo con le teorie geomantiche, con le cinque direzioni :Il Monte Heng nel Nord, il Monte Heng del Sud, Il monte Tai nell’Est, il Monte Hua nell’Ovest e il monte Song nel Centro, che viene infatti chiamato anche Picco del Centro (中岳Zhōng Yuè). Dopo il Monte Tai, può essere considerato il secondo monte sacro cinese: in realtà Song Shan è una catena di  72 monti che si estende per 70 km da est a ovest: i due monti  principali sono  il monte Taishi (太室山tài shì shān lett: il Monte della Grande Stanza) e il monte Shaoshi (少室山shào shì shān, lett. Il Monte della Piccola Stanza): tra questi picchi troviamo numerose valli, grotte, sorgenti e cascate che creano un paesaggio unico ed affascinante tanto da meritare il titolo di “Parco Geologico Internazionale” assegnato a questa zona dall’UNESCO.



Secondo la mitologia cinese queste cinque montagne furono generate dagli arti e dalla testa di Pangu, (盘古pán gǔ),  il primo essere e creatore del mondo. In principio non esisteva nulla nell'universo tranne il vero caos, tuttavia lo stesso caos si coagulò in un uovo cosmico per diciottomila anni. All'interno di esso i principi universali dello yin e dello yang si bilanciarono perfettamente e da quell'equilibrio perfetto emerse Pangu. Aperti gli occhi, vide solo oscurità e sentì un gran caldo, al punto da non poter respirare. Volle alzarsi, ma non ci riuscì, perché il guscio dell’uovo gli pressava il corpo. Neanche, stendendo braccia e gambe, riuscì a liberarsi. Furioso, impugnò un’ascia che aveva con sé dalla nascita (!) e la alzò, ed ecco che un gran fragore il grande uovo si spaccò improvvisamente: le materie leggere al suo interno salirono formando il cielo e quelle pesanti discesero a formare la terra. Pangu fu molto felice di aver separato cielo e terra, ma per timore che si riunissero di nuovo, si mise a tenere alto il cielo col capo, premendo la terra coi piedi, dando prova dei suoi poteri magici. Crebbe allora di 3 metri al giorno, e così pure il cielo, mentre la terra si ispessiva di altrettanto. Così trascorsero 18 mila anni. Pangu nel frattempo era diventato un gigante fra cielo e terra, alto 45 mila km. Così dopo decine di millenni, finalmente cielo e terra si stabilizzarono, senza più riunirsi e Pangu poté finalmente riposarsi. Tuttavia, sfinito a morte, non ebbe più l’energia di sostenersi, ed il suo corpo gigantesco crollò a terra. Al momento della morte, nel suo corpo avvennero enormi cambiamenti: il suo occhio sinistro diventò il sole rosso e l’occhio destro la luna d’ argento, il suo ultimo respiro originò nuvole e vento, l’ultima parola il tuono, i capelli e la barba le stelle brillanti, la testa, le mani e i piedi le quattro direzioni e gli alti monti, il sangue i fiumi e i laghi ed i vasi sanguigni le strade, mentre i muscoli si trasformarono in terra fertile, i peli in fiori e alberi, le ossa e i denti in oro, argento, bronzo, ferro, giada e pietre preziose ed il sudore in pioggia e rugiada, il suo sudore si trasformò in rugiada e i parassiti sul suo corpo formarono le diverse razze degli esseri umani.


La storia di Song Shan è molto ricca e interessante: la sua vicinanza a Luoyang, la antica capitale dell’impero per nove diverse dinastie, ha reso questo monte il posto eletto dagli imperatori per offrire sacrifici ai loro antenati ed alle divinità. Ma la bellezza di questi luoghi ha attirato anche monaci taoisti e buddhisti che si ritiravano in pace, seguiti dai loro discepoli, a leggere e commentare i classici confuciani o i sutra.

Sul monte Song il paesaggio è estremamente affascinante e i resti culturali sono numerosi: ai piedi del monte Taishi incontriamo il tempio Zhongyue (中岳庙zhōng yuè miào): con una superficie di 110.000 mq è il più grande e il meglio conservato complesso architetturale di quelli delle Cinque Montagne Sacre e dal 2010 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Costruito durante la dinastia Han, fu ristrutturato dall’imperatore Qianlong, della dinastia Qing nel XVIII secolo, ispirandosi allo stile architettonico della Città Proibita di Pechino.

Ma sicuramente una delle realtà più note collegate al monte Song è Il Monastero di Shaolin (少林寺 – shǎo lín sì "Monastero della Piccola foresta")  uno dei più importanti monasteri buddhisti risalente al V secolo, famoso per la pratica della arti marziali, che si trova appunto alle pendici del Song Shan.


Il Tempio di Shaolin fu costruito nel diciannovesimo anno del regno dell'imperatore Xiaowen della dinastia Wei del nord (495 d.C.) con il proposito di ospitare un eminente monaco indiano di nome Bada.


Nelle vicinanze del tempio troviamo la Foresta di Pagode (tǎ lín 塔林)  ai piedi del monte Shaoshi: è un cimitero monumentale, costituito da più di 240 pagoda (tombe di altrettanti abati ed eminenti monaci che vivevano nel monastero), di varie dimensioni, costruite nel tempo a partire dalla dinastia Tang fino al tempo dei Qing.



Secondo la tradizione nel 520 d.C. arrivò  dall'India il monaco Bodhidharma che, in solitudine, entrò in una grotta sotto la cima Wuru e si sedette di fronte alla sua parete per nove anni. Quando l'azione di "ricerca", ottenuta sedendosi di fronte alla parete, fu completata la sua immagine risultò impressa nella pietra; da qui deriva la famosa "pietra del muro cui ci si pone di fronte" e che possiamo vedere ancora oggi.  E' difficile stabilire se la "pietra impressa con l'ombra" sia genuina o no, ma una cosa è certa: quando Bodhidharma uscì dalla grotta, una nuova setta buddista, vide la luce. Song Shan può essere considerato infatti la culla del buddhismo Chan (禅宗佛教chán zōng fó jiào), [che poi diventerà Zen in Giappone].

Dalla esperienza sul monte Song, Bodhidharma assimilò ampiamente la quintessenza delle filosofie tradizionali cinesi che egli integrò con la teoria buddista della comprensione allegorica della verità. Il risultato fu la creazione della singolare dottrina del Chan (Zen) della Cina, basata sulla ricerca e sulla crescita di se stessi sedendo in meditazione. La sua teoria non comporta alcun libro scritto. Egli sostenne che una persona può diventare un Buddha in un "istante di completa comprensione". Inoltre portò riforme piuttosto radicali riguardo il Mahayana "il veicolo maggiore per raggiungere l'illuminazione". Quando altre sette buddiste videro il loro apogeo e, subito dopo, il loro tramonto, il Chan ebbe una notorietà e una diffusione senza precedenti.

(per chi ne volesse sapere qualcosa in più…: Il Buddha viene da occidente....)

Uno dei paradossi del buddhismo chan è il Kung Fu (工夫gōng fū, lett: abilità, capacità): visto che il Chan, con la sua silenziosa meditazione come modo principale per la "ricerca" aveva bisogno di essere appartato dalla vita mondana, e visto che i seguaci Chan non si interessavano che alla realizzazione di sé, perché dunque avrebbero dovuto esercitarsi nella spada e nella lancia e sviluppare così il Kung Fu, che era senza dubbio una pratica di combattimento?

Alcuni considerano il Kung Fu come una forma di stretching dopo un lungo periodo di meditazione in posizione seduta. Alcuni pensano che i monaci, vivendo sulle montagne, avessero bisogno del Kung Fu per difendersi dagli animali feroci; altri ancora considerano il Kung Fu come un mezzo per acquistare longevità e buona salute. Queste spiegazioni sembrano abbastanza ragionevoli nei loro rispettivi aspetti, ma forse la vera ragione è che secondo la filosofia tradizionale cinese  l'estrema tranquillità genera dinamicità. Proteggere la tranquillità con il dinamico, generare la dinamica con la tranquillità, aiutare la dinamica con la tranquillità e viceversa... tutto questo indica la profonda comprensione del vero significato di questi fenomeni e per tutto questo il reverendo Bodhidharma decise di uscire dalla sua grotta.

In realtà, il Kung Fu era già altamente sviluppato ben prima che Bodhidharma arrivasse in Cina: il contributo dato dal Chan fu che il Kung Fu, combinato con le personalità individuali, fu gradualmente sistematizzato e perfezionato. Sebbene dunque il Kung Fu di Shaolin non sia necessariamente l'origine dell'arte marziale cinese, il Tempio di Shaolin merita l'onore di essere il flusso di partenza del Kung Fu mondiale.

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