

(leggi anche: Qin Shi Huang Di,primo imperatore della Cina)
Dalla dinastia Han fino alla dinastia Qing,
(1644-1911), un periodo di tempo di circa 2.000 anni, vissero sul Monte Hua
numerosi eruditi famosi fra cui Yang Bao, Yang Zhen, Feng Congwu e Gu Yanwu.
Alcuni condussero una vita da eremiti, altri invece vi crearono delle vere e
proprie scuole.
Già all’epoca degli Stati Combattenti (475-221 a.C.),
si narrava che vi si tenessero riti nei diversi templi taoisti. Molte leggende
popolari e favole narrano della stretta relazione fra il taoismo e il Monte
Huashan. Famosi letterati, fra cui due dei più grandi poeti della Cina, Li Bai
(701-762 d.C.) e Du Fu (712-770 d.C.), scrissero più di 1.200 poesie e diari di
viaggio per esprimere la loro ammirazione nei confronti della sacra montagna. Inoltre
esistono più di mille incisioni sulle pareti della montagna: alcune di esse
sono poesie, ed altre iscrizioni lasciate da imperatori.
Ecco come Li Bai descrive la sua scalata sul Picco
del Loto, la vetta occidentale del monte Hua:
Nello splendore del Monte Hua
Mi arrampico sul Picco del Loto
E fantastico di incontrare fate o
immortali
Con dei fiori di loto
Nelle loro sacre candide mani, le
vesti fluttuanti
Che riempiono il cielo con i loro
colori
Quando salgono al palazzo del Paradiso
E che mi invitano a salire tra le
nuvole
A incontrare Wei Shu Jing, l’angelo
guardiano
Del Monte Hua; così, sognando, vado
con loro
Salendo al cielo in groppa
A delle oche selvatiche che
starnazzano volando,
ma quando guardiamo giù, verso
Loyang
anche se la vista è offuscata dalla
nebbia
dovunque è possibile vedere i
saccheggi
degli armati, che hanno preso la
città, creando
caos e follia, il sangue scorre
dovunque…
Il monte Hua è
infatti famoso per i suoi numerosi luoghi sacri taoisti. Vi si trovano
venti templi taoisti e più di settantadue grotte dove i monaci taoisti usavano
praticare la meditazione. La leggenda dice che Lao Zi, il fondatore e
patriarca del Taoismo, una volta pronunciò uno dei suoi sermoni proprio su
questa montagna.
Ai piedi del Monte Hua, incontriamo il Tempio del
Picco dell’Ovest (Xiyue miao), costruito dall’imperatore Wu Di della dinastia
degli Han Occidentali, per onorare il dio del monte. Anche questo tempio, come
quello del Picco del Sud, ricalca un qualche maniera la struttura della Città
Proibita:
all’interno
troviamo Il Padiglione delle Cinque Fenici,
ed un’altra barriera a tre porte, antistante
al Tempio vero e proprio
Fino a qui, niente di eccezionale:
il monte sacro, i templi, i pellegrini … invece questo monte ha qualcosa di
veramente … sconvolgente! Abbiamo visto che il monte è ricco di templi,
iscrizioni, sculture: il problema è come arrivare a visitarle: l'arrampicata è
in molti punti estremamente pericolosa, con sentieri a strapiombo, talvolta
senza corrimano, e stretti da non far passare più di una persona alla volta. È
possibile raggiungere la vetta settentrionale con delle funivie, ma la vetta
più alta, quella meridionale è ancora raggiungibile solo a piedi.
L'accessibilità al monte è condizionata anche dalle condizioni meteorologiche:
in caso di forte vento o ghiaccio l'ascensione diviene impossibile.
Il
primo sentiero scosceso sulla cima principale del monte fu scoperto, si dice, nel
periodo della dinastia Han (206 a.C.-24 d.C.) da qualcuno attirato dalla
curiosità per le scimmie che si arrampicavano in quella parte del picco.
Durante le dinastie Tang (618-907), Song (907-1279), Yuan (1279-1368) e Ming
(1368-1644), il passaggio degli uomini tracciò un sentiero scosceso e diritto,
e nel periodo tra le dinastie dei Ming e dei Qing, furono scavati nella roccia
i 370 gradini stretti e ripidi che danno le vertigini ai visitatori che
sembrano sospesi nel cielo. Si racconta che il grande poeta Han Yu della
dinastia Tang, prima dell'arrampicata avesse scritto una lettera d'aiuto a un
suo amico e fosse scoppiato in lacrime per la paura.
Ma in questo caso, più che parole, contano le immagini: saliamo assieme al tempio del Picco dell’Anatra Selvatica!

Si
parte con una bella e comoda funivia che ci porta ad almeno 1000 metri di
altezza…
Poi si
comincia a salire, una infinita serie di scalini scavati nella roccia, sempre
più ripidi… poi i gradini finiscono e comincia la ferrata!
E
adesso viene il bello!
Precarie
passerelle di legno attaccate alla parete, ferrate rudimentali e arrugginite,
passaggi decisamente pericolosi. Parti del percorso sono composte da assi di
legno ancorate a pareti verticali; altre da veri e propri momenti di
arrampicata;
Niente
da dire sul panorama e l’esperienza avventurosa, probabilmente indimenticabili.
Io soffro di vertigini e a vedere queste immagini sto veramente male!
Poi
finalmente si intravvede la vetta…Ed ecco la meta agognata!
C’è da
chiedersi se alla fine agli intrepidi visitatori della Casa, verrà almeno
offerta la tazza di tè...
( ma se
non siete ancora convinti della follia di questa escursione, guardate questo
videoclip sulla salita al Monte
Hua).
Il
percorso per l'ascesa sulla cima del monte Hua non è considerato come una pista
per alpinisti, ma per escursionisti. Non serve quindi dotarsi di attrezzatura
particolare, serve soltanto una buona dose di nervi saldi. Si vocifera che il
percorso di Hua faccia circa 100 vittime all'anno, ma non esistono statistiche
ufficiali e certe, visto che nessuno tiene il conto, governo cinese compreso.
sitografia