Nella
tradizione mitologica cinese, oltre ai «Tre augusti» (三皇sān
huáng) campeggiano i «Cinque Imperatori» (五帝wǔ
dì), tanto che spesso sono accumunati (三皇五帝 sān huáng wǔ dì). Gli storici moderni
ritengono che questi sovrani siano il risultato della fusione di personaggi
reali, antichi capi di varie etnie, e personaggi mitologici. Sono rappresentati
come antichi civilizzatori che usarono la loro saggezza e i loro poteri per
migliorare la vita degli uomini. I
«Cinque Imperatori», considerati i
regnanti modello ed esempi di grande moralità dal mondo confuciano, furono:
1.
Huang Di (黄帝), il mitico Imperatore Giallo
2.
Zhuan Xu (顓頊),
3.
l’imperatore Ku (帝嚳),
4.
l’Imperatore Yao (堯)
5.
l’Imperatore Shun (舜)
Oggi parliamo degli
altri ed in particolare di Yao e Shun, che godono di una particolare fama nel mondo cinese: essi rappresentano
l’ideale del “buon governante”. Gran parte della loro popolarità
deriva indubbiamente dalla venerazione che per loro ha avuto la scuola
confuciana: sono ammirati non tanto per quello che hanno fatto, quanto per il
modo in cui hanno vissuto, come modelli ideali di umanità e di capacità di
governo. In particolare Shun è ricordato per la sua modestia ed amore filiale,
tema questo particolarmente caro a Confucio.
(leggi anche: La
pietà filiale nella iconografia popolare cinese)
In
ogni caso, nella tradizione mitologica cinese l'imperatore Shun rappresenta gli
albori di un sentimento nazionale unitario cinese avendo egli contribuito a
diffondere alcuni principi legali e religiosi, ma soprattutto alcuni standard
di riferimento nella misura del peso e del tempo e certe tecniche agricole.
Shoahao |
Huang Di fu molto
prolifico: dalle sue quattro mogli ebbe ben venticinque figli! Alla sua morte
gli successe il figlio maggiore Shaohao,
che governò dal 2597 al 2514 a.C. anche se, pare, senza il titolo di
“imperatore”. Tuttavia sembra che le tribù ad un certo punto preferissero al
lui il nipote Zhuanxu, figlio di
Changyi, l’ultimo nato di Huang Di. Zhuanxu regnò fino al 2436 a.C. Si
attribuiscono a lui una riforma del calendario, importanti studi astrologici,
il contrasto allo sciamanesimo in favore di una religione di stato più
strutturata, e la riforma del diritto di famiglia con la proibizione dei
matrimoni tra consanguinei.
Secondo gli Annali di Bambù una delle più antiche fonti storiche, quando Zhuanxu morì, un discendente di Shennong (uno
dei Tre Augusti) di nome Shuqe, tentò di conquistare il potere ma fu sconfitto
da Ku, che conquistò il trono e
antepose al suo nome il titolo “Di” (imperatore). Ku era figlio di Jiao Ji,
figlio di Shaohao, il primogenito dell’Imperatore Giallo e quindi pro-nipote
dell’Imperatore Giallo: si ipotizza che abbia regnato tra il 2436 e il 2366
a.C.
Ku |
A Ku sono attribuite le invenzioni di
strumenti musicali, quali tamburi, campane, ocarine e flauti. Secondo la tradizione,
Ku ebbe quattro figli da quattro mogli: dopo 45 anni di governo Ku designò il
principe di Tang (il suo figlio minore Yao) come suo successore, tuttavia
essendo Yao molto giovane, dopo la morte dell’ imperatore, il potere fu assunto
dal suo figlio maggiore Zhi che
governò per nove anni prima di essere deposto da Yao. In ogni caso la gloria
non mancò anche agli altri due figli che vennero considerati (anche se a
posteriori) i fondatori ancestrale di altrettante dinastie: Xie, nato
miracolosamente dalla moglie Jandi di Ku
dopo che lei ingoiò un uovo di un uccello nero, fu assunto come fondatore
pre-dinastico della dinastia Shang; un altro figlio, Houji, nato
miracolosamente dall’altra moglie Jiang Yuan dopo che lei appoggiò il piede su
un orma di un dio, fu assunto come padre nobile della dinastia Zhou.
Secondo la tradizione Yao diventò imperatore a 20 anni e morì a 119, lasciando il trono ad
un certo Shun che non aveva nulla a che fare con i discendenti dell’Imperatore
Giallo. Ma chi era questo Shun?
Shun proveniva
da una famiglia contadina: la leggenda racconta che sua madre era morta quando
egli era ancora piccolo. Il padre Gu Sou, che era cieco, si era risposato e la
nuova moglie gli aveva dato un altro figlio ed una figlia. La matrigna, il
fratellastro e la sorellastra trattarono Shun in modo terribile, costringendolo
ai lavori più umili e faticosi e dandogli solo il cibo e le vesti peggiori. Il
padre, essendo cieco e vecchio, ignorava come Shun fosse trattato ed anzi
spesso lo sgridava anche per piccole mancanze. Nonostante ciò Shun non si
lamentò mai e sempre trattò il padre, la matrigna ed i fratellastri con
rispetto e gentilezza. Quando raggiunse l'età adulta la matrigna lo scacciò di
casa e quindi Shun fu costretto a vivere da solo e ad arrangiarsi. Nonostante
ciò, grazie alla sua natura compassionevole e la sua capacità di essere
autorevole, ovunque andasse, la gente lo seguiva ed egli fu in grado di
organizzare le persone affinché fossero più gentili fra loro e lavorassero al
meglio possibile.
E qui la fantasia dei cinesi si scatena in
una serie infinita di aneddoti imbevuti di sana morale confuciana: quando Shun
arrivò in un villaggio che produceva ceramiche, dopo meno di un anno, le
ceramiche divennero più belle, più belle di quanto non fossero mai state.
Quando Shun giunse in un villaggio di pescatori, questi stavano litigando fra
loro per i territori di pesca e molte persone venivano ferite o uccise nei
combattimenti. Shun insegnò loro come condividere e distribuire le risorse
della pesca e presto il villaggio prosperò e tutte le ostilità cessarono.
La sua fama si era sparsa dovunque e presto
ne venne a conoscenza anche Yao che stava avvertendo il peso del governo.
L’imperatore era preoccupato del fatto che i suoi nove figli erano tutti
incapaci e sapevano soltanto come
trascorrere le giornate fra vini e canti. Yao aveva chiesto perciò ai suoi
ministri di proporre un degno successore. E fu così che Shun fu raccomandato al
sovrano dai suoi feudatari come la persona migliore per succedergli al governo
del paese. A quel punto Yao volle
mettere alla prova Shun affidandogli il governo di un distretto e dandogli in
moglie le sue due figlie con una piccola dote (una casa nuova ed un poco di
denaro). Così, all’età di trent’anni,
Shun abbandonò la sua via di contadino per condividere le responsabilità del
governo dell’ impero. Le capacità amministrative di Shun diedero conferma a Yao
della fiducia che aveva riposto in lui. Sebbene disponesse di un ufficio e di
denaro, Shun continuò a vivere morigeratamente e continuò a lavorare nei campi
quotidianamente. Cercò anche di convincere le sue mogli, Ehuang (Fata
Splendente) e Nüying (Fanciulla Fiorita), che erano abituate a vivere nel
comodo e nel lusso a vivere con poco ed a lavorare fra la gente. Intanto la
matrigna ed i fratellastri di Shun erano sempre più invidiosi e tramavano per
assassinarlo. Una volta il fratellastro Xiang diede fuoco ad un fienile e
convinse Shun a salire sul tetto per spegnere l'incendio, ma Xiang allontanò la
scala intrappolando Shun sul tetto in fiamme. Ma Shun abilmente costruì una
sorta di paracadute con la sua giacca ed i suoi vestiti e saltò giù dal tetto
illeso. Un'altra volta Xiang e sua madre tramarono per ubriacarlo e poi
gettarlo in un essiccatoio e seppellirlo con pietre e sporcizia. La sorellastra
che non approvava il comportamento di sua madre e suo fratello, avvertì Shun
che si preparò. Finse di essere ubriaco e quando fu lanciato nell'essiccatoio
riuscì a fuggire grazie ad un tunnel che aveva scavato in precedenza. Così Sun
sopravvisse a molti attentati ma non si vendicò mai sulla matrigna e
fratellastro, perdonandoli ogni volta. Non solo Shun perdonò la matrigna ed il
fratellastro ma aiutò Xiang a trovarsi un impiego e tentò anche di convincere i
suoi nove cognati ad impegnarsi di più per diventare membri utili alla società.
Durante il regno di Yao, Shun ricoprì la
carica di Ministro per l'istruzione, Regolatore Generale (Primo Ministro) e
Capo dei Quattro Picchi (i Quattro Ministri più importanti) e riuscì a
sistemare in tre anni i conti dello stato. La prosperità della nazione era
tuttavia messa a rischio da una serie di violente inondazioni che iniziarono
nel sessantesimo anno del regno di Yao. I danni erano enormi e Yao era
seriamente preoccupato per il suo popolo. Con qualche esitazione, Yao affidò il
compito di regolare le acque a Gun (un
pro-nipote di Changyi, l’ultimo figlio di Huang Di e quindi anche lui
discendente dall’Imperatore Giallo) che
tuttavia fallì nel suo compito: avendo egli nel frattempo commesso altri
crimini cadde in disgrazia e fu condannato a morte da Shun. Quello che è strano
è che Shun chiese poi a Yu, figlio di Gun, di succedergli in questo difficile
compito. Yu impiegò otto anni per domare le acque: invece di costruire alte
dighe come aveva fatto il padre, egli
fece dragare i letti dei fiumi e fece costruire tutta una serie di canali
artificiali per scaricare le piene in mare. A seguito del suo grande successo
ingegneristico, Yu divenne rapidamente un idolo nazionale.
Yao morì a 117 anni, tuttavia Shun rifiutò
di prendere il trono: evidentemente voleva lasciare una possibilità ai figli di
Yao, ma i vassalli fecero una tale pressione in favore di Shun che, dopo tre
anni di lutto, anche se con riluttanza,
assunse il titolo reale.
Dopo essere salito al trono Shun offrì
sacrifici agli dei così come alle colline, ai fiumi ed ai luoghi che ospitavano
spiriti. Poi si recò ai quattro estremi
(nord, sud, est, ovest) del regno ove offrì sacrifici in ognuno delle quattro
montagne (Monte Tai, Monte Huang, Monte Hua, Monte Heng).
(leggi anche: I
monti sacri della tradizione taoista)
Rese più saldi i rapporti con i vassalli
stabilendo un calendario di incontri ufficiali. Stabilì una uniforme misura
della lunghezza e della capacità, modificò il calendario per renderlo utile ai lavori
agricoli e riformò le leggi religiose. Shun modificò anche il modello musicale
cinese, chiamato Dashao (大韶), che
si compone di nove strumenti musicali.
Shun
divise il regno in dodici provincie e costruì dodici templi in ciascuna di
esse. Si impegnò nella unificazione e pacificazione del regno riformando le
leggi, rendendole più miti, sostituendo per cinque gravi reati la pena di morte
con l'esilio e combattendo la corruzione dei funzionari. Stabilì che ogni tre
anni l'operato dei funzionari imperiali venisse sottoposto a verifica. Chiamò
molti privati meritevoli e capaci a prendere parte all’azione di governo e non
esitò a punire in modo esemplare i funzionari corrotti. Shun fu l’autore dello
schema di controllo dei ministri secondo cui ognuno doveva dare un rapporto
dettagliato della propria attività ogni tre anni, mentre i feudatari dovevano
rendere conto all’imperatore ogni anno sulla propria azione di governo locale.
Nell'ultimo anno del suo regno Shun decise
di intraprendere un viaggio attraverso il regno. Si recò presso il picco di
Shunyuan per insegnare alla popolazione di un villaggio come meglio coltivare
il the, per fondare una scuola ma, nel tentativo di liberare il villaggio da un
pericoloso serpente, fu da questo morsicato e ammalò e morì nei pressi del
fiume Xiang. Le sue due mogli si recarono in quei luoghi per vegliare il suo
corpo ma non riuscirono a trovarlo e restarono presso le rive del fiume per
giorni piangendo e cercando. Le loro lacrime si tramutarono in sangue e
macchiarono le rive del fiume. Da quel giorno il Bambù che cresce lungo quelle
rive è macchiato di rosso (è una varietà particolare: lo Xiangfei Bamboo). Non
trovando il corpo di Shun alla fine decisero di fermarsi presso il picco di
Shuyuan (della catena dello Jiuling, nello Hunan) dove morirono per il dolore e
furono a loro volta tramutate in due picchi (il picco Ehuang ed il picco
Nüying) e da allora vengono ricordate come "le dame dello Xiang". Le
loro tombe si trovano sull'isola di Junshan. Nel luogo dove si ritenne fosse
morto, nei pressi del picco Shunyuan fu poi costruito un mausoleo: il
"mausoleo Ling".
Shun governò per 47 anni e gli successe,
indovinate chi? Il Grande Yu, il Regolatore delle Acque!
http://it.wikipedia.org/wiki/Shaohao
http://bhoffert.faculty.noctrl.edu/HST261/00.Introduction.html
Bell'articolo, complimenti!
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