Dao De Jing

Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi

mercoledì 11 marzo 2015

Il monte sacro dell’ isola Putuo: spiritualità e pragmatismo.



I mercati finanziari cinesi sono più attivi che mai e continuano a sorprendere: il Quotidiano del Popolo, lo storico giornale del partito comunista, da più di un anno  è passato dalla parte dei capitalisti quotandosi in borsa. Ma il fascino della Borsa ha ammaliato perfino i monaci buddisti: anche i monasteri della montagna di Putuo hanno deciso di quotarsi in Borsa.

Il Monte Putuo  è una delle quattro montagne sacre del buddismo cinese, dove ogni anno milioni di fedeli buddhisti si recano in pellegrinaggio per onorare la grande statua della dea della misericordia Guanyin. Ad alcune ore di viaggio in barca in direzione sud da Shanghai o un oretta in direzione nord da Ningbo  si trova l'isola di Putuoshan, che copre un'area di soli 12 kmq, ed è divisa dall’isola di Zhoushan, di dimensioni molto più grandi, da uno stretto canale. Il piccolo monte che sorge sull’isola (solo 300m) dai cinesi viene chiamato anche «la fatata terra degli Immortali». Indubbiamente è uno dei luoghi più incantevoli dell’intera Cina, dove al posto di automobili e grandi magazzini ci sono solo un mare azzurro che si stende all’infinito, spiagge sabbiose, colline lussureggianti e monasteri antichi, tutti elementi che rendono il posto ideale dove fuggire dal rumore, dal traffico e dall’inquinamento delle grandi città, e fare delle belle escursioni a piedi.



 In un Paese in cui il Partito Comunista accetta tutte le fedi religiose - purché sotto il controllo del governo - e cerca di soddisfare anche il bisogno di spiritualità sempre più diffuso tra i cittadini, l’iniziativa dei monasteri di Putuo sta provocando effetti paradossali. Gli alti dirigenti addetti alle questioni di culto fanno di tutto per smentire l’immagine  di una Cina spietata e materialista: “Quest’idea danneggia l’immagine della religione e offende la sensibilità dei fedeli - dice all’agenzia Xinhua Liu Wei, rappresentante dell’Amministrazione Statale Affari Religiosi- e se guardiamo a quello che succede nel resto del mondo, nessun luogo di culto è mai stato quotato sui mercati prima d’ora”. Secondo Liu Yuanchun, ricercatore che si occupa di buddismo per l’Accademia Cinese di Scienze Sociali, l’operazione potrebbe essere addirittura contro la legge: “Le norme stabiliscono che i siti storici, culturali e religiosi di proprietà dello Stato non possono essere impiegati per il business. Un tempio buddista è un bene pubblico che appartiene allo Stato, non ai manager del complesso turistico o al governo locale”. Non è la prima volta che in Cina un luogo religioso tenta la scalata ai mercati: tre anni fa i monaci del Tempio Shaolin - già accusati di aver trasformato la presunta culla del kung fu in una specie di Disneyland delle arti marziali - furono costretti a ritirare il progetto di esordio sulla Borsa di Shanghai, ma l’idea delle autorità dello Zhejiang sta entusiasmando i gestori di altri picchi sacri, come Wutai nello Shanxi e Jiuhua nell'Anhui, abbagliati dal miraggio di un boom di guadagni.
 Sono almeno mille anni che i pellegrini di religione buddista di tutta l'Asia nord-orientale vengono a Putuoshan, e circolano molte leggende che spiegano perché l’isola è al centro del culto di Guanyin, la dea della misericordia. Guanyin è il nome cinese della  figura del bodhisattva Avalokiteśvara, il bodhisattva della compassione: la sua popolarità è legata alla larga diffusione in Cina della traduzione del Sutra del Loto. L’origine di questa figura religiosa è tutt’oggi controversa, tuttavia la maggioranza degli studiosi ritiene  che sia stata originata dalle comunità buddhiste collocate ai confini nord-occidentali dell'India. Il nome deriva da Avalokita [colui che guarda] e iśvara [signore]: «Signore che guarda». Reso inizialmente da Xuanzang  il famoso pellegrino e traduttore cinese, come Guan Zi Zai (觀自在)  ovvero come «Colui che osserva con libertà», fu poi trasformato in Guanyin. Questa è una abbreviazione di Guan Shi Yin: guān (): termine cinese che rende il sanscrito vipaśyanā nel significato meditativo di «osservare, ascoltare, comprendere»; shì (): termine cinese che rende il sanscrito loka quindi la «Terra, mondo» ma originariamente riportava anche il significato di sasāra, il ciclo sofferente delle nascite, yīn (): termine cinese che rende numerosi termini sanscriti (come ghoa, ruta, śabda, svara, udāhāra) che significano suono, voce, melodia, rumore» e termini simili. Accanto a shì (), il doloroso sasāra, yīn () acquisisce il significato di "suono del doloroso sasāra" quindi di lamento, espressione della sofferenza. Quindi Guān Shì Yīn (觀世音) è «Colei che ascolta i lamenti del mondo», il bodhisattva della misericordia.
 Narra una leggenda che Guanyin era la figlia di un uomo ricco e crudele che ambiva per lei a un matrimonio di interesse, volto ad aumentare il prestigio sociale della famiglia. Ma Guanyin aveva altro in mente: desiderosa di raggiungere l’illuminazione spirituale, disobbedì al padre e fuggì, trovando rifugio in un tempio proprio nell’isola di Putuoshan, dove fin dall'inizio si fece apprezzare per il suo atteggiamento gentile e caritatevole. Tuttavia, tale fu l’ira di suo padre che, a causa del suo gesto, la fece uccidere. In virtù dei meriti acquisiti con le tante buone azioni compiute nella sua pur breve vita, a Guan Yin si erano schiuse le porte del Paradiso: ma mentre si accingeva a varcare i cancelli del Cielo, Guanyin udì un grido elevarsi dal di sotto. Era il grido di una persona che soffriva sulla terra, il grido dì qualcuno bisognoso del suo aiuto. In quel preciso istante, essa giurò di non abbandonare il mondo degli uomini fintanto che tutti, nessuno escluso, fossero stati liberati dal tormento e dal dolore. In seguito a questa promessa, Guanyin fu trasformata in una Dea. Oggi la dea è oggetto di grande culto, in quanto le viene attribuita la facoltà di guarire coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, proteggendo altresì madri e figli ridotti alla disperazione, e addirittura i marinai sorpresi dalla burrasca. 
 Secondo un'altra storia, infatti, il monaco giapponese Hui'e, stava tornando a casa sulla sua barca ma fu colto da una violenta mareggiata: devoto di Guanyin, chiese aiuto alla dea che gli fece trovare un riparo proprio a Putuoshan. Il monaco rimase a tal punto incantato dalla bellezza dell’isola che vi si stabilì e costruì un santuario dedicato a lei.
Numerose sono le famiglie cinesi che tengono una statuetta di Guanyin in un angolo tranquillo della casa; non di rado queste statuette raffigurano la Dea avvolta in un manto bianco, seduta su di un trono composto da un fiore di loto, mentre stringe fra le braccia un bambino piccolo. Fiori, frutta o incenso vengono deposti in segno di offerta al cospetto di questi templi domestici.
  Certo è che nel corso degli anni  sull isola sono stati edificati più di un centinaio di monasteri e santuari, con magnifiche sale e giardini. Ci fu un periodo in cui sull’isola si trovavano addirittura 4000 monaci, e nel 1949 la comunità buddista contava ancora 2000 persone. A quell’epoca le strutture secolari erano vietate sull’isola, popolata solo da religiosi. Nonostante le grandi distruzioni nel corso del tempo, molti dei tesori di Putuoshan sono sopravvissuti, e alcuni di essi sono conservati nel Museo provinciale dello Zhejiang di Hangzhou. In ogni caso, le opere di restauro continuano a buon ritmo. Attualmente sull’isola ci sono tre monasteri principali: Puji, il più antico e centrale; Fayu, sulle pendici meridionali; e Huiji, sulla cima. Ci sono anche diversi templi e monumenti minori. Molte persone vengono qui con l’intento specifico di chiedere dei favori alla dea, spesso inerenti alla nascita di figli e nipoti. All’arrivo sull’isola è d’obbligo pagare una tassa che varia da estate a inverno, 160/140¥. [e qui si comincia già a capire il distacco dai beni materiali del mondo buddhista cinese…]. Sulla punta meridionale dell’isola si trova il luogo di maggior interesse, il Guanyintiao (Salto di Guanyin), un promontorio dal quale si innalza una spettacolare statua placcata in bronzo alta 33 metri della dea della misericordia, visibile praticamente da ogni punto dell’isola.



Nella mano sinistra Guanyin tiene un timone, che protegge simbolicamente i pescatori (e i monaci girovaghi come Hui'e) dalla violente tempeste. I pescatori e gli abitanti dei villaggi sul mare considerano Guanyin una salvatrice, che da sempre li difende dalla furia del mare. In un padiglione alla base della statua è esposta una piccola mostra di dipinti su legno che raccontano di come Guanyin abbia aiutato gli abitanti e i pescatori di Putuoshan nel corso degli anni, mentre in una piccola stanza che si trova direttamente sotto la statua sono custodite 400 statue minori che rappresentano le varie incarnazioni spirituali della dea. Dalla base della statua si ha una vista sublime sulle isole circostanti e sulle barche da pesca, soprattutto nelle giornate serene. 
 La costa dell’isola è in gran parte rocciosa, tuttavia esistono grandi spiagge di sabbia fine e chiara  che, inaspettatamente, dispongono di attrezzature per il noleggio – come tende e ombrelloni. Le due maggiori spiagge si trovano nella parte est del Monte Putuo: La spiaggia dei cento passi e La spiaggia dei mille passi (ingresso attorno ai 15¥). 



 I tre principali templi dell’isola sono in condizioni estremamente buone e sono stati da poco restaurati; la calda tonalità giallo ocra delle loro mura si staglia sul verde scuro degli alberi dei parchi che li circondano. Questa descrizione si adatta in particolare al Puji Si, (ingresso 5¥), che si trova proprio nella piazza principale del piccolo borgo dell’isola; fu costruito nel 1080 e venne ampliato in seguito. Sorge fra magnifici alberi di canfora e vanta un ponte ai lati del quale sono poste delle statue, e una pagoda alta ed elegante dotata di un'enorme campana di ferro. Qui dalle 4.30 fino alle 7 del mattino, si svolge il rituale, aperto al pubblico, praticato dai monaci buddisti. La parte che  colpisce di più di questo tempio è un’immensa lastra di marmo raffigurante una schiera di divinità, sita nella parte più alta del monastero.



 A sud di qui, immediatamente a est dei laghetti della piazza, si trova la pagoda Duobao, costruita nel 1334; è alta cinque piani e ha iscrizioni buddiste sui quattro lati. Le pietre che sono state utilizzate per costruirla provengono dal Tai Hu, nella provincia del Jiangsu.





In direzione sud lungo l’angolo sud-orientale dell’isola si trova la grotta Chaoyin Dong, notevole per il suono delle onde che si infrangono, che sarebbe simile a quello della voce del Buddha (per questo motivo in passato tanti monaci si sono suicidati buttandosi da qui). Il vicino Zizhu Si (Tempio del Bambù Purpureo) è uno dei templi meno turistici dell’isola, e perciò uno dei posti migliori dove osservare i rituali quotidiani dei monaci.  



Da qui è possibile vedere La cima del Buddha, (Fodingshan) dove si trova il tempio Huiji. da dove si ha una splendida vista sul mare e sulle isole vicine. Questo tempio non è antico come il Puji (fu costruito in gran parte fra il 1793 e il 1851) e sorge in una bellissima zona a nord-ovest della cima, circondata da verdi piantagioni di tè. Le sale del tempio sono situate in una zona pianeggiante fra vecchi alberi e boschetti di bambù, e le diverse tonalità di verde, rosso, azzurro e oro delle piastrelle smaltate brillano alla luce del sole.




 Un sentiero conduce alla vetta del monte, ma per chi non se la sente è possibile salire, e scendere, in funivia (A/R 50¥). Scendendo a piedi ci si imbatte in devoti intenti nella loro scalata verso il Buddha. Ogni tre passi si fermano, inginocchiano, pregano e ripartono. Spostarsi da una parte all’altra dell’isola è molto semplice, dei minibus sono a disposizione dei turisti, e i prezzi variano tra 5/8¥ per tratta. 

Alla fine della visita, il portafoglio pesa decisamente meno, ma l’animo si è arricchito molto di più!


Sitografia







http://www.putuoshan.net/English/Seeings/huiji%20temple.php

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