Mi
è capitato di rileggere per caso un mio vecchio diario del periodo che ho
passato in Cina per lavoro e ho realizzato che nulla avviene per caso: era il
primo weekend che trascorrevo a Chengdu e non volevo annoiarmi in albergo per
cui mi sono fatto coraggio ed ho chiesto alla reception se c’era da fare
qualche gita nei dintorni. Al terzo rimbalzo (il mio inglese non era perfetto,
ma anche le ragazze non scherzavano…) mi mandano al business center (che
c’azzecca?) dove finalmente trovo i dépliant delle gite e dopo lunghe
spiegazioni sulle varie alternativa opto per una gita al sistema di irrigazione
di Dujianyan (l’avevo già notato sulla guida come posto interessante): lunga
trattativa sul prezzo, misero sconto del 10%, però ottengo una guida che
parlava inglese.
Il
sabato mattina alle 7,30 salgo su un pullman scassatissimo con un autista fuori
di testa che guidava come un pazzo, passiamo un ora in città a raccogliere gli
altri partecipanti alla gita (tutti cinesi…) e finalmente partiamo. La guida si
è rivelata subito un disastro: parlava ininterrottamente in un inglese
improbabile… ne sapevo più io di cinese che lui di inglese.
Arriviamo
finalmente a Dujianyan; la giornata è fresca (siamo a febbraio) ma serena. Il
posto è bello perché oltre al sistema di dighe e canali ci sono molti templi
eretti per venerare tutti i vari sponsor dell’impresa nelle varie epoche. Al
tempo non avevo capito molto del progetto di ingegneria idraulica, che ho
studiato (e capito!) questi giorni:
Arrivati
all’ora di pranzo ci fermiamo per uno spuntino in uno di quegli squallidi
ristoranti/garage tipici della zona: i miei compagni di gita si divertono molto
a vedermi armeggiare con i bastoncini ma comunque il cibo è gradevole e nemmeno
troppo piccante. Poi ripartiamo: ho capito che nel pomeriggio c’è la visita ad
un certo monte Qingcheng. Arrivati sul posto, imparo da un bel cartellone in
doppia lingua (che Dio stramaledica la guida…) che quello è il monte più famoso
della Cina, dove è nato il taoismo religioso! Se lo avessi saputo, mi sarei
preparato un po’…ma tant’è niente accade mai per caso! Così, a tanti anni di
distanza, mi sono documentato un poco anche su questo luogo.
In
realtà Qingcheng Shan ( 青城山, qīng chēng shān) è una catena montuosa
che ricopre un’area di 200 km2,
formata da 36 picchi (quello più alto è il Laoxiao Ding, 1260 metri
s.l.m.) che domina la pianura a sud del sistema di irrigazione di Dujianyan:
assieme ad esso nel 2000 il monte Qingcheng è stato inserito nell'elenco dei
Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Gli
alberi crescono lussureggianti creando un’area verde tutto l’anno ed è questa
caratteristica che gli ha donato il nome (letteralmente Qingcheng significa
"barriera verde"). Anche d’inverno il clima è mite: sul monte non
nevica quasi mai e i sentieri che si snodano lungo le sue pendici sono famosi
per la loro quiete ( se si esclude naturalmente il rumore prodotto dalle folle
di turisti nei giorni di festa). Ma oltre gli aspetti naturalistici, il motivo
principale della fama di questo monte è che là ebbe origine la religione taoista.
Laozi
ed i suoi immediati seguaci non si erano occupati di religione: la
strutturazione religiosa del taoismo si ebbe soltanto nel II sec. d.C. con Zhang
Daoling, [张道陵 zhāng dào líng (34-156)] che divenne il primo
Tian Shi [Maestro Celeste], seguito in
questa funzione dal figlio Zhang Heng e dal nipote Zhang Lu. Da allora il
titolo si trasmise ai discendenti.
Secondo
la tradizione, Zhang era un magistrato nella provincia di Ba [oggi Chongqing], fervente
seguace taoista: fu così che un bel giorno, rifiutate le offerte
dell’imperatore che gli aveva proposto il prestigioso incarico di Tai Fu
[Tutore Imperiale], si ritirò a vivere da eremita sul monte Beimang, dove
praticò le tecniche per ottenere la longevità. Nel 142, Laozi stesso apparve in
visione a Zhang sul Monte Heming, [vicino a Chengdu] ed informò l'eremita che
il mondo stava giungendo alla fine, per essere seguito da un'era di Grande
Pace. Laozi spiegò che quelli che l'avrebbero seguito avrebbero raggiunto
un'altra vita, tramite il "Patto con i Poteri". Tramite questo patto,
Zhang e i suoi seguaci avrebbero avuto accesso ai poteri ancestrali che
dominano il destino del genere umano. Fu così che Zhang si trasferì sul monte
Qingcheng, dove fondò la prima comunità taoista denominata Tian Shi Tao [天师道, tiān shī dào, Via dei Maestro del Cielo] o Wu Dou Mi Tao [五斗米道, wǔ dǒu mǐ
dào, Via delle Cinque Misure di Riso, probabilmente dalla tassa d'ingresso
imposta agli adepti]; solo più tardi, con il diffondersi delle pratiche di
ricerca dell'immortalità, si chiamò Tao Jiao [道教, Dào Jiào,
lett. “Insegnamento della Via”, ma di fatto “Religione Taoista”] mentre il
taoismo filosofico fu denominato Tao Jia
[道 家
dào
jiā, Scuola Taoista].
La
grotta dove si ritirava a pregare e meditare ha preso da lui il nome di Tian
Shi Dong [ 天师洞, Tiān
Shī Dòng ,Grotta del Maestro del Cielo] ed oggi è una delle maggiori attrazioni
per pellegrini (e naturalmente, turisti). Zhang scrisse anche 24 volumi di un
classico taoista, chiamato Xiang'er, un commento al Daodejing. Zhang
morì sul Monte Qingcheng nel 156 durante il regno dell'Imperatore Huan di Han
all'età di 123 anni. Un’altra versione mitizzata dice invece che Zhang non
morì, ma ascese al Paradiso con sua moglie e due discepoli, diventando
immortale.
Molti
elementi essenziali della cultura taoista sono incorporati nell’insegnamento
del taoismo che emanò dai templi che furono successivamente costruiti su quel
monte: durante la dinastia Jin (256-420)
Qingcheng Shan divenne il centro di irradiazione dell’ insegnamento taoista in
tutta la Cina e durante la dinastia Tang, vennero là raccolti e sistematizzati
i lavori di Du Guangting, una delle figure più importanti del pensiero e della
scienza cinese, che costituirono quelle che oggi sono note come Scritture Taoiste.
Dal
sec. XI la sede centrale del taoismo fu fissata a Long Hu Shan ("Monte del
Drago e della Tigre") nel Jiangxi. Dopo un periodo di relativa decadenza, il tormentato periodo tra
la fine della dinastia Ming e l’inizio della dinastia Qing, nel XVII
secolo, ha visto convergere sul monte Qingcheng molti discepoli taoisti da
tutte le parti della Cina: e così la montagna sacra ha riacquistato
gradualmente il suo ruolo di centro intellettuale e spirituale del taoismo,
ruolo che conserva ancora oggi.
La
grande fama acquisita da Zhang Daoling come guaritore di malattie e taumaturgo
favorì il rapido diffondersi della religione taoista. Egli considerava Laozi
come suo maestro sia per l'arte delle guarigioni che per la ricerca
dell'immortalità. Ma la religione taoista ha un carattere eclettico che le ha
permesso di far propri non pochi elementi del buddhismo, assorbendo anche
numerose pratiche dell'antica religione popolare. Si tratta di una religione
non istituzionalizzata, espressione della società tradizionale cinese.
Ma
torniamo al Monte Qingcheng: gli undici importanti templi taoisti sulla
montagna riflettono l’architettura tipica del Sichuan occidentale: se si
intraprende un’escursione per raggiungere la cima della montagna, il Tempio Jianfu, [建福宫 jiàn fú
gōng , Tempio della Costruzione della Fortuna]
è il punto migliore da cui partire. Il tempio fu originariamente
costruito durante la Dinastia Tang, intono 730 d.c., e successivamente riparato
e ricostruito varie volte; ora restano soltanto due edifici e un cortile,
adibiti a casa da tè.
Uno degli edifici è composto da tre diverse zone che
servono a commemorare i maestri e le divinità, il Padiglione Yuanyun e un
limpido ruscelletto sono proprio di fronte a questo edificio, alle sue spalle
invece si trovano punti scenici come la Pietra Chicheng, le Terme Ruquan, il
Padiglione Shuixin e i Bagni. Durante la Dinastia Qing venne scritto un distico
molto noto, composto da 394 caratteri Cinesi.
Per i più pigri c’è sul
retro del monte, una piccola funivia che porta direttamente alla cima. Io
ci ho messo due ore a salire ed un ora a scendere: ogni mezz’ora incontravamo
un tempio, fino alla cima dove c’è un complesso più grande di cinque templi.
Notevole è il Tempio
Yuan Ming [元命宫, yuán mìng gōng, Palazzo del
Destino Primario], situato sulle pendici del monte, fu eretto durante la
dinastia Ming. Il tempio ha delle grandi sale: una dedicata al culto di Lao Zi
ed un'altra dedicata alla dea Dou Mu. Quel cane della guida mi ha venduto che
quella era… la madre di Lao Zi!
In
realtà Dou Mu, la Dea del Cielo, è una divinità importante del pantheon
taoista: prende infatti il nome dalla Stella Polare, [Dou Mu] ed è considerata la Madre delle stelle dell’Orsa
Maggiore. Dou Mu è depositaria del libro della vita e della morte, dove sono
registrati per ognuno il giorno della nascita e quello della morte. Inoltre
controlla non solo i processi naturali
del Cielo e della Terra ma l’equilibrio dell’ intero Universo. E’ la madre dei
Nove Re Celesti. Viene rappresentata seduta su un fiore di loto, con quattro
volti (rivolti ognuno ad un Punto Cardinale) ed otto braccia: nelle sue mani
tiene: due cerchi che rappresentano il Sole e la Luna, una campanella che
rappresenta il potere di controllare tutti gli elementi; un sigillo , che
rappresenta l’autorità; arco e freccia, una lancia ed una spada per contrastare
le forze negative, e infine un fiore o una bandierina.
In cima
al monte merita di essere menzionato il Tempio
Shangqing [上清宫,shàng qīng gōng, Palazzo della
Chiarezza Superiore] uno dei più famosi templi Taoisti.
La struttura base fu
costruita durante la Dinastia Jin, mentre il tempio esistente fu completato
durante il regno dell’Imperatore Tongzhi della Dinastia Qing. All’interno del
sito sono preservati l’immagine di Taishanglaojun, ed una preziosissima tavoletta di legno
dove è inciso sia il testo completo del Classico Della Via e della Virtù
Taoista, sia quello di Huangdi Yinfujing. Dietro il Tempio Shanqing c’è una
rampa che sale per 100 metri e permette di raggiungere la cima del Monte
Qingcheng, dove una piattaforma coperta di osservazione consente ai turisti di
contemplare l’alba e le nuvole, se si passa la notte si potranno anche ammirare
i bagliori celesti.
Una ultima
curiosità: Qingcheng Shan fu il set del cartone animato Kung Fu Panda 2 della
DreamWorks.
Fonti:
E io che non ne sapevo nulla,... dopo anni che leggo il T.T.C.!!
RispondiEliminaGrazie misterioso autore.