La dinastia Tang fu molto importante
nella storia cinese, spiccando per la prosperità dell’economia e la stabilità
sociale, mentre anche la cultura e l’arte registrarono splendidi successi. Gli
anni dal 712 al 762 sono chiamati periodo di massimo splendore, in cui la
poesia g vide la massima fioritura, con una gran ricchezza di contenuti e stili
e canti alla natura, alle zone di frontiera, all’eroismo ed anche sospiri di
delusione. Molti poeti furono ispirati dall’atmosfera romantica del tempo,
creando il quadro di splendore che scosse a fondo le successive generazioni.
I poeti più famosi dell’epoca furono
Li Bai, Du Fu, Wang Wei, Meng Haoran, Gao Shi, Cen Shen e molti altri: tuttavia
i veri rappresentanti sono “l’immortale della poesia” Li Bai e il “saggio della
poesia” Du Fu, le cui opere influenzarono profondamente la creazione poetica
posteriore.
Du Fu nacque nel 712 d.C. in una
famiglia di burocrati feudali; educato secondo l’ideologia confuciana, fin
dalla giovinezza, egli decise di impegnarsi per migliorare l’amministrazione
del paese al servizio della dinastia. A trentacinque anni, Du Fu si recò a
Chang’an, allora capitale, dove dimorò per dieci anni. I dieci anni di vita a
Chang’an permisero a Du Fu di rendesi conto che la dinastia Tang, florida in
apparenza, cominciava a volgere al declino. La sua intuizione fu poi confermata
dagli sviluppi della storia. In questi dieci anni, le condizioni dello stesso
Du Fu peggiorano sempre più, il che lo aiutò ad avvicinarsi a poco a poco ai
sentimenti della gente comune, trasformandolo in poeta in pena per il destino
del paese e del popolo. Allora, la poesia nelle sue mani non fu più solo uno
strumento per esprimere sentimenti personali e raffigurare le immagini e gli oggetti,
bensì un mezzo per intervenire nei problemi di attualità, commentare la
politica dello Stato e riflettere la volontà del popolo.
Durante il suo soggiorno a Chang’an, Du Fu vide con i propri occhi i misfatti delle autorità che, a dispetto delle sofferenze della popolazione, continuavano a procedere a reclutamenti forzati, inviando i coscritti alle frontiere per combattere guerre di aggressione espansionistiche. Di fronte alla politica di ricorso alla forza per scopi aggressivi ed ai travagli della gente comune, Du Fu scrisse il suo primo capolavoro ispirato alle amarezze del popolo dal titolo “Carri di guerra”. Si tratta di un nuovo punto di partenza del poeta sulla strada della creazione letteraria, passando dallo sfogo dei sentimenti personali all’espressione dei vari aspetti del mondo reale. Il poeta compose l’opera quando era sui quarant’anni.
Questa poesia narrativa dall’intenso
realismo, si divide in due parti. La prima racconta il tragico saluto tra i
coscritti forzati e i loro cari, di cui lo stesso poeta è stato testimone, la
seconda riferisce la denuncia di un soldato.
La poesia si apre con un quadro
epico: carri di guerra sferragliano sul selciato della via trascinati da
cavalli sbuffanti per la fatica, e lunghe file di uomini forzatamente
coscritti, con archi e frecce, lasciano la città per andare al fronte. I
genitori, le mogli e i figli dei soldati seguono le truppe per individuare i
propri cari, cercano di trattenerli aggrappandosi ai loro abiti e piangono
disperatamente, battendo i piedi per terra dalla rabbia. Nel gran polverone,
che offusca la vista, le grida e i lamenti di migliaia di persone risuonano
assordanti nel cielo.
La seconda parte della poesia,
consiste nella lunga narrazione di un coscritto al poeta: nelle vesti di un
vecchio passante, Du Fu chiede infatti ad un soldato cosa stia accadendo alla
zona. Come prima breve risposta, questi afferma che ci sono state frequenti
coscrizioni. Successivamente, inizia una lunga narrazione, ricordando come
alcuni dei soldati, reclutati quando avevano solo quindici anni, a quaranta si
trovino ancora ai confini per dissodare i terreni. Quando partirono per la
prima volta, erano ragazzi che si facevano avvolgere di bende la testa dal
vecchio del villaggio; tornati coi capelli bianchi, sono stati reclutati di
nuovo alla frontiera. Le ripetute coscrizioni avevano fatto sì che nelle
duecento prefetture ad est del monte Hua, gli abitanti si fossero diradati e
sebbene le donne si dessero da fare con zappe ed aratri, i campi erano tristemente abbandonati e
coperti di rovi. Il poeta collega subito la scena alle gravi conseguenze
causate a tutto il paese da questa politica espansionistica.
Il soldato prosegue, portando il
discorso sui fatti più recenti. Egli dice: dall’inverno dell’anno scorso, non
cessa la coscrizione. Eppure i funzionari distrettuali esigono come al solito
l’imposta fondiaria. Ma dove ci si può procurare i soldi per pagarla? Il poeta
rivela qui la doppia sventura che colpisce i semplici contadini: la forzata
coscrizione e l’obbligo del pagamento delle imposte.
Quindi il soldato commenta con
rammarico: Oggi, è meglio generare una femmina che un maschio. Le ragazze
almeno possono essere accasate tra i vicini, mentre l’unico destino che aspetta
i ragazzi è la morte sul campo di battaglia. Si sa che nella società feudale
cinese, era consuetudine dare importanza ai maschi, in quanto forza lavoro,
disprezzando le femmine: tuttavia, davanti alla realtà crudele in cui
moltissimi uomini venivano inghiottiti da guerre senza fine, Du Fu arriva al
paradosso di invertire il giudizio.
La poesia termina con un quadro di
devastazione: territori di confine popolati solo dalle ossa dei cadaveri
abbandonati, spiriti dei soldati morti senza sepoltura che vagano gridando
rancore e i vecchi fantasmi che piangono sconsolatamente. Il verso finale evoca
il suono dolce della pioggia che scende dal cielo scuro di nuvole, come per
dire che anche la natura partecipa a suo modo al dolore degli umani.
Scrivendo “Carri di guerra”, il
poeta cominciò ad imboccare la strada del realismo nella creazione letteraria.
Nelle composizioni successive, egli denuncia i principi e gli aristocratici che
conducevano una vita sfarzosa e licenziosa, critica i crimini dei funzionari
corrotti che depredavano i semplici cittadini, costringendoli a vendere i
propri figli, e deride l’incapacità dei generali codardi che mettevano a
rischio la sicurezza del paese. Contemporaneamente, il poeta inneggia ai
soldati che davano la vita per la patria, descrive la sincerità, la franchezza
e la semplicità dei contadini e apprezza la diligenza delle donne lavoratrici
nel superare le impetuosi correnti.
Il più grande contributo di Du Fu
consiste nell’aver portato in campo poetico molti argomenti di importanza
sociale, avvicinando la poesia cinese classica al popolo e alla vita reale.
Quindi Du Fu venne considerato dai posteri il più grande poeta realista e
politico nella storia della letteratura cinese, meritandosi il titolo di
“Saggio della Poesia”.
Ed ecco la poesia, con il suo testo
originale a fronte, ed una mia
(immodesta) traduzione!
[essendo un dilettante della lingua
cinese, mi hanno molto aiutato le traduzioni trovate nei riferimenti citati: ho
provato a dare qualche sfumatura che mi sembra più aderente al contenuto: sarò
tuttavia grato a chiunque mi segnalerà eventuali errori di traduzione o di
interpretazione]
兵车行
bīng
chē xíng
|
兵 (bīng) = guerra, armi, soldato
车 (chē) = carro, veicolo
行 (xíng) = camminare
|
Carri di guerra
|
车 辚 辚
chē
lín lín
|
辚 辚 (lín lín) = onomatopeico:
frastuono del veicolo sul selciato
|
I carri
sferragliano,
|
马
萧 萧
mǎ
xiāo xiāo
|
马 (mǎ) = cavalli
萧萧 (xiāo
xiāo) = onom. nitrito
|
I cavalli
sbuffano,
|
行人弓箭各在腰
xíngrén
gōng jiàn gè zài yāo
|
行人 (xíngrén)
= fanti, pedoni
弓 (gōng) = arco 箭 (jiàn) = freccia
各 (gè) = ciascuno 在 (zài) = stare
腰 (yāo) = cintola, vita
|
Gli
uomini marciano
con archi e frecce sui fianchi.
|
耶娘妻子走相送
yē
niáng qī zi zǒu xiāng sòng
|
耶 (yē ,simile a爺)
= padre
娘 (niáng) = mamma
妻 (qī) = moglie 子(zi) = figlio
走 (zǒu) = andare, camminare
相 (xiāng) = l’un l’altro
送 (sòng) = accompagnare,
scortare
|
Padri,
madri, mogli e figli,
camminano
assieme scortandoli
|
尘埃
不见咸阳桥
Chén’āi
bù jiàn xiányáng qiáo
|
尘埃 (chén’āi)
= polvere
不 (bù) = non 见 (jiàn) = vedere
桥 (qiáo) = ponte
|
il
polverone nasconde il ponte Xianyang.
|
牵衣顿足阑道哭
qiān
yī dùnzú lán dào kū
|
牵 (qiān) = trattenere衣 (yī) = vestito
顿足 (dùnzú)
= battere i piedi per il dispiacere
阑 (lán) = ringhiera, parapetto
道 (dào) = via, strada
哭 (kū) = piangere, gridare
|
Dalle
transenne del viale
Si
aggrappano alle loro vesti , piangono, e sbattono i piedi per la rabbia
|
哭声直上干云霄
kū
shēng zhí shàng gān yúnxiāo
|
声 (shēng) = suono, voce
直 (zhí) = dritto, verticale 上(shàng) = su
干 (gān) = implorare
云霄 (yúnxiāo)
= i cieli, regione delle nuvole
|
i lamenti
s’innalzano a implorare i cieli.
|
道傍过者问行人
dào
bàng guò zhě wèn xíngrén
|
傍 (bàng) = avvicinarsi
过 (guò) = attraversare 者 (zhě) = uno che
问 (wèn) = chiedere
|
Un
passante si avvicina e chiede notizie
a un fante:
|
行人但云点行频
xíngrén
dàn yún diǎn háng pín
|
但 (dàn) = ma 云(yún) = dice
点 (diǎn) = contare
行 (háng) = fila, riga, colonna
频 (pín) = spesso, ripetutamente
|
E il
fante risponde:
«le
coscrizioni capitano di frequente
|
或从十五北防河
huò
cóng shíwǔ běi fáng hé
|
或 (huò) = alcuni
从 (cóng)
= da
十五 (shíwǔ)
= 15 北 (běi) = nord
防 (fáng) = difendere 河 (hé) = fiume
|
A
quindici anni, [ci mandarono] al Nord, in difesa del Fiume,
|
便至四十西营田
biàn
zhì sì shí xī yíng tián
|
便 (biàn) = inoltre, per di più
至 (zhì) = fino a 四十 (sì
shí) = 40
西 (xī) = ovest 营 (yíng) = far funzionare
田 (tián) = campo, terreno
|
e per
di più, a quaranta,
alla
guarnigione dell’Ovest mandare avanti il campo.
|
去时正与裹头
qù shí
lǐ zhèng yǔ guǒ tóu
|
去 (qù) = andare 时 (shí) = tempo, ora
里 (lǐ) = lett: luogo di nascita,
paese
正 (zhèng) = giusto, onesto,
retto
与 (yǔ) = dare, concedere
裹头 (guǒ
tóu) = fasciare la testa, turbante
|
Al momento
di partire,
il capo del villaggio
ci impose
in capo il turbante,
|
归来头白还戍边
guī
lái tóu bái hái shù biān
|
归来 (guī
lái) = ritornare in patria
头白 (tóu
bái) = testa bianca
还 (hái) ancora, inoltre
戍边 (shù
biān) = guarnigione di frontiera
|
tornati
a casa coi capelli bianchi,
ci
tocca ancora
la guarnigione
di frontiera.
|
边亭流血成海水
biān
tíng liú xiě chéng hǎi shuǐ
|
边 (biān) = confine 亭 (tíng) = padiglione
流血 (liú
xiě) = sangue versato
成 (chéng) = divenire, cambiarsi
in
海水 (hǎi
shuǐ) = acqua di mare
|
Al
confine, il sangue sparso è diventato un mare,
|
武皇开边意未已
wǔ
huáng kāi biān yì wèi yǐ
|
皇 (huáng) = imperatore
开 (kāi) = dispiegare, sviluppare
意 (yì) = desiderio, intento
未 (wèi) = no, non ancora
已 (yǐ) = cessare, terminare
|
l’imperatore
Wu non è ancora pago di ampliare i confini.
|
君不闻汉家山东二百州
jūn bù
wén hàn jiā shān dōng èr bǎi zhōu
|
君 (jūn) = signore
不闻 (bù wén) = non udire
汉家 (hàn
jiā) = il casato degli Han
山 (shān) = monte 东 (dōng) = est
二百州 (èr bǎi zhōu) = 200 prefetture
|
Signore,
non ha sentito che sotto il casato Han nelle duecento prefetture ad est dei
monti,
|
千
村 万
落 生
荆 杞
qiān
cūn wàn luò shēng jīng qǐ
|
千村 (qiān
cūn) = 1000 villaggi
万落 (wàn
luò) = 10.000 borghi
生 (shēng) = crescere
荆 (jīng) = pianta spinosa
杞 (qǐ) = varietà di salice
|
migliaia
di villaggi
e innumerevoli borghi
sono
abbandonati ai rovi?
|
纵
有 健
妇 把
锄 犁
zòng
yǒu jiàn fù bǎ chú lí
|
纵 (zòng) = sebbene, quantunque
有 (yǒu) = esserci
健 妇 (jiàn fù) = donne robuste
把 (bǎ) = impugnare, guidare
锄犁 (chú
lí) = zappa e aratro
|
Sebbene
ci siano donne robuste
che
lavorano con la zappa e l’aratro,
|
禾生陇亩无东西
hé
shēng lǒng mǔ wú dōng xī
|
禾 (hé) = cereale
陇 (lǒng) = altro nome della
prov. Gansu
亩 (mǔ) = unità di misura
superficie
无 (wú) = nulla niente
东 西 (dōng xī) = est e ovest, cosa,oggetto
|
né ad
est né ad ovest
cresce
il grano
nei
campi di Long
|
况复秦兵耐苦战
kuàng
fù qín bīng nài kǔ zhàn
|
况 (kuàng) = inoltre, per di più
复 (fù) = ancora, un’altra volta
秦兵 (qín
bīng) = i soldati di Qin
耐 (nài) = sopportare, tollerare
苦战 (kǔ
zhàn) = fare strenui sforzi
|
E se
non bastasse,
ancora
un volta
i
soldati di Qin
dovranno sopportare
strenui
sforzi:
|
被驱不异犬与鸡
bèi qū
bù yì quǎn yǔ jī
|
被 (bèi) = voce passivante
驱 (qū) = guidare, spronare
不异 (bù yì)
= non diverso
犬与鸡 (quǎn yǔ jī) = cani e polli
|
siamo trattati
come
cani e polli.
|
长者虽有问
zhǎng
zhě suī yǒu wèn
|
长者(zhǎng
zhě) = venerabile, anziano
虽 (suī) = sebbene, benché
有问 (yǒu
wèn) = chiedere
|
E anche
se, Signore,
se ne
chiedesse il perché, [direbbero]
|
役夫敢申恨
yì fū
gǎn shēn hèn
|
役夫 (yì fū)
= servo
敢 (gǎn) = osare, ardire
申 (shēn) = dichiarare
恨 (hèn) = odio, astio
|
“Come
osano i servi
lamentarsi? “
|
且如今年冬
qiě rú
jīn nián dōng
|
且 (qiě) = e
如 (rú)
= come
今年 (jīn
nián) = questo anno
冬 (dōng) = inverno
|
Così,
anche nel prossimo inverno
|
未休关西卒
wèi
xiū guān xī zú
|
未 (wèi) = no
休 (xiū) = riposare, fermarsi
关西 (guānxī)
= passo di frontiera ovest
卒 (zú) = soldati,truppe
|
i
soldati non riposeranno sul confine occidentale
|
县官急索租
xiàn
guān jí suǒ zū
|
县官 (xiàn
guān) = funzionari del distretto
急 (jí) = pressante, impaziente
索 (suǒ) = esigere, richiedere
租 (zū) = imposte terriere
|
I
funzionari del distretto
esigono
impazienti
il pagamento delle imposte,
|
租税从何出
zū
shuì cóng hé chū
|
租税 (zū
shuì) = imposte terriere
从 (cóng) = seguire, obbedire a
何 (hé) = come?
出 (chū) = uscire
|
ma dove
troveremo
i soldi per pagarle?
|
信知生男恶
xìn
zhī shēng nán è
|
信 (xìn) = credere
知 (zhī) = comprendere, rendersi conto
生男 (shēng
nán) = generare maschi
恶 (è) = male
|
Abbiamo
capito che
generare
figli maschi
è una
disgrazia
|
反是生女好
fǎn
shì shēng nǚ hǎo
|
反 (fǎn) = invece, al contrario
生女 (shēng
nǚ) = generare femmine
好 (hǎo) = bene
|
Mentre
avere bambine
è la
cosa migliore
|
生女犹得嫁比邻
shēng
nǚ yóu de jià bǐlín
|
犹 (yóu) = ancora, tuttora
得 (de) = ottenere, conseguire
嫁 (jià) = dare in sposa
比邻 (bǐlín)
= vicini di casa
|
Le
femmine possono ancora
essere date
in sposa
ai
vicini di casa,
|
生男埋没随百草
shēng
nán máimò suí bǎi cǎo
|
埋没 (máimò)
= sotterrare, ricoprire
随 (suí) = lasciare, permettere
百草 (bǎi cǎo)
= le 100 erbe
|
ma generare
maschi
è
consentire alle erbacce
di
seppellirli.
|
君不见青海头
jūn bù
jiàn qīnghǎi tóu
|
君 (jūn) = signore
不见 (bù
jiàn) = non vedere
头 (tóu) = testa, estremità
|
Signore,
non hai visto
le regioni remote
del Qinghai
|
古来白骨无人收
gǔ lái
bái gú wú rén shōu
|
古来 (gǔ
lái) = da tempo immemorabile
白骨 (bái
gú) = bianche ossa
无 (wú) = no 人(rén) = uomo
收(shōu) = raccogliere
|
dove le
bianche ossa
da
tempo immemorabile
nessuno raccoglie?
|
新鬼烦冤旧鬼哭
xīn
guǐ fán yuān jiù guǐ kū
|
新鬼(xīn
guǐ) = i nuovi spettri
烦(fán) = essere irritato
冤(yuān) = torto, ingiustizia
旧鬼(jiù
guǐ) = i vecchi fantasmi
|
Gli
spiriti degli ultimi morti
sono
rancorosi
per l’ingiustizia subita
e i
vecchi fantasmi piangono»
|
天阴雨湿声啾啾
tiān
yīn yǔ shī shēng jiū jiū
|
天(tiān) = cielo
阴
(yīn) = scuro
雨(yǔ) = pioggia, piovere
湿(shī) = umido, bagnato
声(shēng) = suono, voce
啾啾(jiū
jiū) = onom. cinguettio
|
Dal
cielo scuro
cade
l’umida pioggia
con un
suono leggero.
|
Riferimenti
http://italian.cri.cn/chinaabc/chapter15/chapter150104.htm
Du Fu e Li Bai:Qui siamo ai massimi della letteratura. Mi prendo un pò di tempo per leggermela con calma. Ho come l'impressione (per confermarla dovrei rivoltare un bel pò di carte) che qui, nel quadro tanto epico quanto sincero e lontano dalla celebrazione pura, si possa fare un fruttuoso confronto coi poeti di età augustea.
RispondiElimina...Ma forse il tema è così ricorrente da poter essere accostato ad avvenimenti anche più moderni (le due grandi guerre mondiali, ad esempio)
RispondiEliminaniente di nuovo sotto il sole...la guerra è sempre stata brutta e sempre lo sarà!
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