Dao De Jing

Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi

giovedì 3 marzo 2011

Qin Shi Huangdi, primo imperatore della Cina...quello sì ha fatto le "grandi opere"!

Qin Shi Huangdi è considerato il fondatore dell’impero cinese: resta famoso per la sua violenza, le grandi riforme sociali, le grandi opere (iniziò la costruzione della Grande Muraglia): ma più di tutto, è noto in occidente per i seimila guerrieri di terracotta ritrovati nella sua tomba a Xi’an.


L'epoca in cui nacque corrisponde all'ultima fase del cosiddetto Periodo dei Regni Combattenti (870-221 a.C.): dei molti piccoli regni in cui la Cina era divisa, ne sopravvivevano ormai solo una manciata, e di questi il regno di Qin era uno dei più potenti. Zhèng (questo era il vero nome del futuro imperatore) ascese al trono di Qin nel 247 a.C. e, ben consigliato dal suo ministro Li Si, uomo pratico ed esperto di guerra, mosse subito le sue armate contro lo stato di Han, sul quale ebbe la meglio nel 230 a.C. Nel giro di pochi anni gli altri regni vennero sconfitti l’uno dopo l’altro: nel 221 a.C., governando ormai l'intero territorio cinese, Zheng forgiò per sé il titolo di Qin Shi Huangdi (letteralmente "Augusto Sovrano della Dinastia Qin”). Da notare che la stessa parola "Cina” viene fatta generalmente risalire a "Qin" (che si pronuncia appunto «Cin»).

Dopo aver riunificato la Cina l'imperatore si dedicò a rafforzare il suo dominio e la sua amministrazione; condusse varie campagne contro le popolazioni nomadi che abitavano i confini del suo impero, in particolare le tribù mongole del nord; non riuscendo però a sconfiggerli definitivamente, decise di collegare tra loro le varie mura erette in passato a difesa del territorio in quello che divenne il primo nucleo della grande muraglia cinese, che nei secoli successivi venne estesa fino a ben 6.350 chilometri!

Dal punto di vista amministrativo, il Primo Imperatore si accinse a realizzare una serie di riforme che avrebbero lasciato un impronta indelebile sulla successiva storia cinese. Abolì il regime feudale e divise l’impero in 36 governatorati, amministrati ciascuno da un governatore civile, da un governatore militare e da un terzo ispettore con l'incarico di riferire all'imperatore sull'operato dei primi due. Si realizzava così un modello di controllo attraverso la divisione dell’autorità che era destinato a perdurare per tutto il periodo imperiale. Vennero unificate le unità di misura, venne costruita una raggiera di strade che si irradiavano dalla nuova capitale Xiangyang (vicino all’odierna Xi’an) e fu fissata la larghezza dell’ assale dei carri che le percorrevano. Vennero messe in circolazione monete standard di oro e di rame. Venne fatta una riforma del linguaggio scritto, che rese uguali i caratteri scritti e li fece diventare universali in tutto l’impero.

Nel 213 a.C., su consiglio di Li Si, allo scopo di eliminare ogni traccia della tradizione che potesse costituire una minaccia al suo mandato imperiale, attuò il rogo dei libri, durante il quale furono bruciati tutti gli antichi testi; al rogo dei libri si accompagnò poi una violenta persecuzione contro gli intellettuali, soprattutto di matrice confuciana, 460 dei quali furono sepolti vivi.

Durante il suo regno, l’imperatore si appassionò alle teorie alchemiche del taoismo ed in particolare al segreto della immortalità, da cui fu ossessionato negli ultimi anni della sua vita. Inviò dei suoi emissari alla ricerca della leggendaria terra di Penglai, dove sarebbero vissuti gli immortali; secondo la leggenda costoro – non avendola ovviamente trovata - non tornarono mai dall'imperatore, temendone la furia, rifugiandosi in Giappone. Durante uno dei suoi numerosi viaggi per ispezionare l'efficienza dell'amministrazione imperiale, nel 210 a.C., Zheng si ammalò e morì: secondo la leggenda, i suoi dottori avevano confezionato delle pillole che avrebbero dovuto renderlo finalmente immortale, ma paradossalmente queste, contenendo mercurio, lo avvelenarono.

Fu poi sepolto nel mausoleo che si era fatto costruire a Xi’an, oggi patrimonio dell'umanità e famoso per l'imponente esercito di terracotta sepolto con l'imperatore. Queste statue - oltre 6000 guerrieri di terracotta - erano di guardia alla tomba dell’ imperatore. Le statue rappresentano una minima parte del complesso archeologico che occupa un'area di 56.000 metri quadrati, ancora oggi in gran parte ancora sotto terra (sono stati riportati alla luce solo 500 guerrieri 18 carri in legno e 100 cavalli in terracotta).

Secondo lo storico cinese Sima Qian, nato un secolo dopo, alla costruzione del mausoleo lavorarono oltre 700.000 prigionieri nel corso di 10 anni. La camera funeraria conteneva un modello dell’impero, aveva pareti in bronzo ed era circondata da fiumi di mercurio che, per la filosofia taoista, sarebbe un attivatore energetico per l'immortalità. Nella tomba erano state inserite trappole esplosive che avrebbero dovuto uccidere tutti gli intrusi: si racconta infine che, per custodire i segreti del mausoleo, i lavoratori che l’avevano costruito vennero sepolti anche loro nella tomba.

Nella tradizione cinese il primo imperatore è generalmente descritto come un tiranno brutale, superstizioso, ossessionato dall'immortalità e terrorizzato dagli assassini. Non si sa quanto di tutto ciò sia vero, ma probabilmente i giudizi degli storici antichi sono offuscati dalla propaganda confuciana, che condannava l'imperatore per le sue persecuzioni contro di loro. Gli studiosi moderni paragonarono il rogo dei libri alla Rivoluzione Culturale di Mao Zedong, dato anche un comune odio verso gli intellettuali dei due grandi personaggi della storia cinese. Tuttavia, quando a Mao Zedong fu riferito di essere stato paragonato al primo imperatore, egli ribatté: «Egli seppellì vivi 460 studiosi; noi ne abbiamo sepolti vivi quarantaseimila... Voi [intellettuali] ci accusate di essere dei Qin Shi Huang. Vi sbagliate. Noi abbiamo sorpassato Qin Shi Huang di cento volte»


3 commenti:

  1. Sto facendo una ricerca su Shi Huangdi e questo sito lo trovo molto interessante complimenti.......

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  2. Un buon libro che consiglio per approfondire la figura dell Augusto Sovrano è:L armata eterna di Roberto Ciarla.

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  3. E' un vero peccato che ai ragazzi non venga mai presentata la "storia del Mondo" invece della piccola e gretta storia della propria nazione.

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