Per la serie dei poliedrici personaggi che hanno
fatto grande l’Italia agli occhi dei cinesi, oggi è la volta di Giuseppe Castiglione:
gesuita, missionario e pittore, vissuto in Cina nel XVIII secolo presso la
corte mancese dei Qing, Castiglione è indiscutibilmente l'artista occidentale
più famoso tra quelli che hanno lavorato in Cina. Ha servito come pittore di
corte sotto il regno di tre imperatori (Kangxi, Yongzheng e Qianlong) creando
uno stile originale di pittura che unisce tecnica occidentale e orientale. Rispetto a Marco Polo e Matteo
Ricci, Castiglione è meno conosciuto dagli italiani: in realtà è una personalità
importante negli scambi culturali tra Occidente e Oriente. Grazie
a questo è ricordato in tutti i libri scolastici, dalle scuole elementari
all'università, nel mondo cinese. I suoi capolavori sono conservati nei musei
imperiali di Pechino e di Taipei.
Nato a Milano il 19 Luglio 1688,
Castiglione studiò pittura probabilmente con Carlo Cornara in una famosa
bottega di stampatori o con Filippo Abbiati, uno dei grandi pittori del tempo. A
diciannove anni divenne gesuita entrando nel noviziato di Genova e cominciò a
dipingere per le chiese, guadagnandosi una certa fama nel mondo dell'arte. Per
la sua passione per la cultura orientale, chiese di diventare missionario in
Cina, e venne subito autorizzato, anche perché l'imperatore di allora, Kangxi,
richiedeva un pittore italiano di talento per la sua corte. Castiglione aveva
27 anni quando si trasferì a Coimbra, in Portogallo, in attesa dell'imbarco per
l'Asia. Là dipinse la cappella del noviziato, e fece due ritratti per i figli
della regina di Portogallo, ora perduti. Partito da Lisbona nel 1714, dopo
essersi fermato a Goa e a Macao, nel 1715 arrivò come missionario in Cina,
pittore alla corte imperiale di Pechino.
Nel periodo di regno di Kangxi, la
Cina viveva in un orgoglioso isolamento, tuttavia imperatori e funzionari
conoscevano i missionari sin dal secolo precedente, di cui apprezzavano non
tanto l’insegnamento religioso quanto le conoscenze scientifiche. Matteo Ricci e Martino Martini ne sono ottimo esempio per la loro introduzione della geometria
e della cartografia in Cina.
Essendo un sovrano curioso di
conoscere le scienze occidentali, un carattere molto raro tra gli imperatori
cinesi, Kangxi apprese dai missionari nozioni di algebra, geometria, musica, astronomia
e medicina occidentale.
Quando Giuseppe Castiglione incontrò
per la prima volta l'imperatore Kangxi, il sovrano aveva 61 anni, e si opponeva
alla predicazione dei missionari. Nonostante la fede religiosa di Castiglione,
Kangxi lo trattò in modo cortese, dicendogli: "Le dottrine occidentali
sono contrarie al pensiero ufficiale cinese, quindi noi assumiamo i missionari
solo perché conoscono i principi di base della matematica."
Così Castiglione diventò un pittore
di corte, iniziando la sua lunga carriera
anni alla Città Proibita. Durante la sua permanenza in Cina, Castiglione
assunse il nome di Lang Shining (郎世宁, dove Lang è un titolo onorifico e Shining
significa “Pace del Mondo”). Ogni mattina alle sette usciva dalla sua casa
vicino alla chiesa cattolica di Wangfujing, l'attuale cattedrale dell'est di
Pechino, camminando verso ovest fino alla Porta Donghua della Città Proibita,
dove faceva richiesta alle guardie di entrare a corte e iniziare il suo lavoro.
Vale la pena ricordare che la chiesa di Wangfujing esiste ancora oggi, è
situata nella parte nord della famosa via commerciale Wangfujing, ed è ormai un
sito turistico di Pechino.
Ma Castiglione non era l’unico
italiano alla corte di Kangxi, tuttavia si può dire che tra gli artisti e
artigiani italiani giunti a Pechino nello stesso periodo, ossia Giovanni
Damasceno Sallustri da Roma, Giovanni Gherardini da Modena, Giuseppe Panzi da
Cremona, e Matteo Ripa da Napoli, Giuseppe Castiglione sia stato il più originale,
capace di realizzare vari temi pittorici, fra cui ritratti, animali, fiori,
uccelli e paesaggi, il che ne fa uno dei rappresentanti più celebri della
pittura imperiale.
Non a caso Kangxi, amante anche
della musica, aveva fatto venire dall’Italia - dopo la morte di Tomas Pereira, altro
missionario musicista che lavorava alla sua corte - Teodorico Pedrini, un altro
gesuita già famoso in patria per le sue doti musicali e gli aveva affidato l’insegnamento
di tre dei suoi numerosi figli.
Poiché Kangxi non amava la pittura
ad olio, perché con il tempo si annerisce, Castiglione iniziò a dipingere sulla
seta con dei pigmenti speciali, una tecnica che non permette nessuna
correzione, mentre qualsiasi esitazione o eccesso nell'uso dei pigmenti può
rovinare l'intera opera. La cosa era resa ancora più difficile dal fatto che
Lang Shining – come gli altri artisti cinesi e stranieri - lavorava in una sala presso il giardino
imperiale, dove faceva caldo d'estate e d’inverno i pittori dovevano riscaldare i pigmenti nel
forno per evitare che si solidificassero.
In più c'erano delle altre
difficoltà da superare nel dipingere per gli imperatori. In passato, i cinesi
ritenevano falso e non artistico trattare i problemi di spazio nella pittura
con la prospettiva, quindi esistono diversi punti focali nella pittura tradizionale
cinese, invece in quella occidentale ce n'è solo uno, e neanche l'angolazione
visuale è fissata come nella pittura occidentale. Un'altra cosa è che nella
pittura cinese i ritratti devono essere piatti, non si usano ombre, considerate
come dei difetti.
Kangxi morì nel 1722 e il suo
successore Yongzheng permise all'artista milanese di rimanere a corte come
pittore. Lang Shining riuscì a far capire la tecnica del chiaroscuro
all'imperatore Yongzheng e agli altri pittori di corte. Durante il periodo di
regno di Yongzheng, Castiglione realizzò uno dei suoi capolavori, i "Cento
Cavalli", a dimostrazione del suo stile artistico occidentale, ma con meno
elementi anatomici, il che lo rendeva vicino al gusto estetico cinese.
Il terzo imperatore sotto cui Castiglione
lavorò fu Qianlong, uomo di vedute aperte e grande amante di arte e cultura.
Castiglione allora rappresentava già una figura di rilievo a corte in quanto
artista straniero che riusciva a combinare arte occidentale e stile cinese.
Sebbene Qianlong non apprezzasse inizialmente il suo modo di dipingere
realistico occidentale, nel corso del tempo Castiglione affinò ancora di più la
tecnica della pittura tradizionale cinese e la sua abilità d'artista fu sempre
più apprezzata diventando l'artista per eccellenza a corte.
Come in tutto il resto del mondo, i
pittori di corte cinesi dovevano registrare gli importanti eventi dell'impero e
della corte, come le nozze dell'imperatore, il compleanno dell'imperatore e
dell'imperatrice-madre, le maggiori feste e celebrazioni, nonché i viaggi di
ispezione nelle province e le parate degli imperatori, i grandi eventi politici
e le operazioni militari.
In qualità di pittore di corte, Lang Shining
partecipò alla creazione di molte opere su temi importanti, fra cui il dipinto
dell'imperatore Qianlong alla parata.
Osservando questo dipinto che
possiamo capire meglio l'arte di Lang Shining: si tratta di un dipinto su seta,
largo 2,3 metri e lungo 3,3 metri. Nel ritratto a cavallo, l'imperatore
Qianlong indossa delle vesti fastose e porta delle dorate. Il suo viso esprime
pienamente la fiducia del sovrano. Diversamente dalla pittura tradizionale
cinese, il dipinto è fortemente realistico, il viso dell'imperatore è reso in
modo tridimensionale, e i dettagli delle sue armi sono resi con la massima
cura.
La pittura tradizionale cinese a
inchiostro, sia precisa che idealizzata, si basa sulla linea, senza
chiaroscuro, mentre nel ritratto di Qianlong alla parata si nota l'attenzione
del pittore per la luce e per la prospettiva. Attraverso una tecnica raffinata
e dei colori brillanti, il pittore ha creato un'immagine compatta, non lineare,
di stile tipicamente occidentale. Il dipinto si può definire un ritratto,
tuttavia, nel realizzarlo, Castiglione seguì strettamente la volontà
dell'imperatore. Nell'opera, egli imposta il chiaroscuro con la luce ad angolo
zero, e le linee sono tutte ricoperte di colore dopo essere state usate per i
contorni. Nel paesaggio vicino, l'erba e le foglie sono raffigurate nello stile
delle nature morte occidentali, solo il paesaggio montano in lontananza segue
la tecnica tradizionale della pittura di corte.
Qianlong era salito al trono nel
1736, quando l'impero Qing era al culmine della potenza e della ricchezza. Il giovane
imperatore, molto ambizioso, volle portare all'apice quest'epoca di splendore.
Secondo le regole, ogni tre anni l'imperatore doveva tenere una grande parata,
così nel quarto anno di regno, il giovane Qianlong tenne la sua prima parata.
Il dipinto di Qianlong alla parata raffigura il sovrano che arriva nel Giardino
imperiale meridionale, nel sud di Pechino, per passare in rassegna 20 mila
soldati mancesi delle 8 Bandiere. La prima parata della sua vita impressionò
molto il giovane Qianlong, che ordinò di dipingerne le scene per tramandarle ai
posteri.
Per quanto riguarda le scene della
parata, si possono ammirare nel dipinto "Scene della grande parata",
realizzato collettivamente da Lang Shining, Jin Kun, Liang Shizheng e una
decina di altri pittori di corte.
Le truppe in parata delle Otto
Bandiere erano l'élite dell'esercito Qing. Le Bandiere erano caratterizzate da
otto colori: giallo, bianco, rosso, azzurro, giallo bordato, bianco bordato,
rosso bordato, e azzurro bordato. Nella scena della parata, un rotolo di
pittura largo 60 cm e lungo 17 m, si possono contare 16 mila soldati, ed anche
se di piccole dimensioni, se ne possono distinguere perfettamente i visi e
l'aspetto.
In qualità di protagonista,
l'imperatore Qianlong, con l'elmo, l'armatura, la sciabola e le frecce, cavalca
un cavallo bianco, è dà un'impressione di maestà e potenza. Nonostante nel
dipinto la sua figura sia di piccole dimensioni, le proporzioni sono perfette.
Alcuni esperti ritengono che le figure di Qianlong e del suo cavallo siano
opera di Lang Shining.
Ma Castiglione non si limitò alla
pittura: la sua fama e la sua grandezza come artista, fecero sì che Qianlong gli
affidasse la progettazione e il completamento delle fontane e delle decorazioni
dei padiglioni in stile occidentale all'interno dei giardini del Vecchio
Palazzo Estivo. Per questa grande costruzione, Castiglione riunì un team di
artisti occidentali, tra cui l'architetto francese Michel Benoist, anch'egli
gesuita (…), e insieme lavorarono per la costruzione e il completamento di quei
padiglioni che divennero un luogo favorito per i pomeriggi dell'imperatore e
delle concubine. Si tratta di costruzioni miste, all'esterno si vedevano
colonne di marmo, e le decorazioni barocche italiane, mentre i tetti erano
coperti da tegole smaltate e di gronde sospese cinesi.
Di Castiglione è la realizzazione
dei dodici bronzi che ornavano la fontana zodiacale di Yuanming Yuan, disegnata
dal Benoist. Purtroppo gli interi padiglioni occidentali del Vecchio Palazzo
Estivo vennero poi distrutti dalle truppe anglo-francesi nel 1860, durante la seconda Guerra dell’Oppio per cui
oggi sono visitabili solo le rovine.
Castiglione passò 51 anni come
pittore di corte dipingendo svariati soggetti. Creò un genere unico, fatto di
una miscela di pittura europea e dell'estetica della migliore società cinese
del XVIII secolo. Particolarmente importanti sono i ritratti dell'imperatore e
delle sue concubine, straordinariamente apprezzati a corte, e dei cavalli
imperiali, soprattutto il lungo rotolo dei cento cavalli e il dipinto verticale
degli otto cavalli, conservati nel museo del Palazzo di Taipei. In occasione
dell'anno del cavallo 2014, il museo ha fatto allestire una grande versione
digitale animata del dipinto dei cento cavalli.
Giuseppe Castiglione morì a Pechino
il 17 luglio 1766, tre giorni prima di compire 78 anni, e fu seppellito nel
cimitero dei missionari occidentali situato fuori della porta Fuchengmen.
L'imperatore Qianlong fu costernato per la sua scomparsa, e per onorarlo lo
insignì di un titolo ministeriale postumo di terzo grado. Il sovrano scrisse
personalmente un testo funebre, facendolo inciderlo sulla stele della sua
tomba.
Nel
2005, fu il protagonista della serie televisiva cinese Palace Artist
("Artista di Palazzo"), interpretata dall'attore canadese Mark
Rowswell (famosissimo in Cina con il nome d'arte di Da Shan) e trasmessa dalla
China Central Television (CCTV) (la principale emittente cinese).
È
ora in post-produzione un nuovo docu-drama su Giuseppe Castiglione, realizzato
dal Kuangchi Program Service, Taipei, in collaborazione con Jiangsu
Broadcasting Corporation, Nanchino, per la messa in onda sulla televisione
nazionale cinese (CCTV) nell'estate 2014.
Nel
1990 capolavori di Castiglione furono portati a Torino per una mostra nel
palazzo reale di Venaria.
Nel
2007 la mostra "Capolavori dalla città proibita. Qianlong e la sua corte"
organizzata dalla Fondazione Roma nel Museo di via del Corso, ha esposto
quattro capolavori di Giuseppe Castiglione prestati per l'occasione dal Museo
della Città Proibita di Pechino.
Fonti