Nicolò Polo |
Ma perché Marco fece quel viaggio? E si può credere a tutto quello che sostenne di aver visto e fatto? In realtà Marco è stato il testimone di una grande impresa ideata però da suo padre Nicolò…
Siamo nel XIII° secolo: molti mercanti veneziani si stabiliscono a Costantinopoli, l’odierna Istanbul, e accumulano ingenti ricchezze. Fra loro ci sono Niccolò e Matteo Polo, padre e zio di Marco: i due hanno un'attività di commercio in pietre preziose e gemme.
Buchara |
La guerra continua e i Polo sono bloccati a Buchara da tre anni: un bel giorno passano di lì dei messi che si recavano da Qublai, Gran Khan di tutti i mongoli, i cui domini si estendevano nell’area che oggi andrebbe dalla Corea alla Polonia. I messi invitano Niccolò e Matteo ad unirsi a loro, dato che, stando al racconto di Marco Polo, il Gran Khan non aveva mai visto dei “latini” (intendendo probabilmente abitanti dell’Europa meridionale) e sarebbe stato felice di parlare con loro. Dopo un anno di viaggio i Polo arrivano alla corte di Qublai Khan, nipote di Gengis Khan, fondatore dell’impero mongolo. Il Gran Khan accoglie i due fratelli Polo con tutti gli onori e fa loro molte domande sull’Europa. Dà loro una piastra d’oro che doveva servire da salvacondotto per il viaggio di ritorno e affida loro una lettera per il Papa in cui lo pregava di mandargli “ cento uomini savi, esperti nella religione cristiana, sapienti nelle sette arti “ per convertire la popolazione.
Ripartono nel 1266 arrivando a Roma nel 1269 come ambasciatori di Kublai Khan, con una lettera da consegnare al papa con la richiesta di mandare chierici istruiti evangelizzare popolazioni mongole pagane. Marco, che era nato a Venezia, ha 15 anni quando vede per la prima volta suo padre. Al rientro in paesi “cristiani”, Niccolò e Matteo apprendono che Papa Clemente IV° era morto.
Essi attendono un successore, ma quell’interregno, il più lungo della storia, dura tre anni. Dopo due anni, nel 1271, ripartono alla volta del Gran Khan, portando con sé Marco che aveva 17 anni.
i Polo da gregorio X° |
Viaggiano verso l'interno, attraversando l'Anatolia e l'Armenia. Scendono quindi al Tigri, toccando probabilmente Mossul e Baghdad. Giungono fino al porto di Ormuz, forse con l'intenzione di proseguire il viaggio via mare.
Tuttavia, constatando che le imbarcazioni erano malfatte e tenute insieme con delle funi e quindi non in grado di tenere il mare, prendono la via di terra e attraverso la Persia e il Khorasan, (regione dell’Iran orientale) raggiungono Bactria (oggi Balkh in Afghanistan) e il Badakhshan (provincia dell’ Afghanistan) . Dirigendosi a nord e a est, superano in quaranta giorni le immense zone desertiche, le imponenti catene montuose, gli altipiani verdeggianti del Pamir prima di arrivare nella città di Kashgar, in quella che oggi è la regione autonoma cinese del Xinjiang Uighur. Quindi seguendo antiche carovaniere a sud del bacino del Tarim e del deserto del Gobi, giungono a Chemenfu (oggi Shangdu, nell’attuale distretto di Zhenglan nella Mongolia Interna), la residenza estiva del Khan, dopo un viaggio durato tre anni e mezzo.
Egli ricorda: “si truova una cittade ch’è chiamata Giandu, la quale fece fare lo Gran Cane ch’oggi regna, Coblay Cane. E hae fatto fare in questa città un palagio di marmo e d’altre ricche pietre; le sale e le camere sono tutte dorate; ed èe molto bellissimo maravigliosamente”.
Qublai Khan |
Non bisogna però trascurare l'importanza che ebbe per le nostre conoscenze il viaggio di ritorno. Quasi sicuramente, quando finalmente i Polo ebbero il permesso di partire dalla corte del Khan, nel 1291, vi fu un'ambasceria inviata da Arghun, re di Persia, in base alla quale egli chiedeva a Khublai in sposa una principessa. Khublai accettò e affidò ai tre Polo la giovane Cocacin (Kököqin), destinata ad Arghun. I Polo partirono da Zaiton, sostarono in Vietnam, salparono nel 1292 da Formosa e viaggiarono per il Mare Cinese fino a Sumatra, dove rimasero per cinque mesi. Giunsero a Hormuz l'anno seguente. Per capire le difficoltà cui andarono incontro si pensi che di oltre 600 persone facenti parte l'equipaggio originario ne sopravvissero solo 18. I tre veneziani conclusero la missione lasciando la principessa a Ghazan, successore di Arghun che nel frattempo era morto.
La principessa Cocacin |
Di li a pochi anni, Marco Polo rimase coinvolto in uno scontro con navi mercantili genovesi e fu fatto prigioniero. Durante la prigionia, in carcere, nel 1298, conobbe Rustichello da Pisa, al quale dettò il racconto del suo viaggio, originariamente intitolato Divisament dou monde, la descrizione del mondo.
Marco Polo |
riferimenti bilbiografici
Marco Polo, il Milione, BUR, Milano, 1995
Ercolina Milanesi, Marco Polo, la via della seta lo porta in Cina, http://www.ercolinamilanesi.com/storici/polo.html
http://www.mitopositano.com/storia_cronologia_99.htm
http://www.liceoberchet.it/ricerche/4o_04/marcopoloelaviadellaseta.htm
http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=285
http://www.sanpietroburgo.it/marco_polo.asp
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